Ora si cerca la felicità di Sabino Acquaviva
Ora si cerca la felicità Ora si cerca la felicità » Acquaviva: ma spendere di più non è sempre la strada giusta PADOVA. Sabino Acquaviva non è stato tenero con gli Anni Ottanta, definendoli addirittura inutili; ora verso la fine degli Anni Novanta pensa alla felicità. Professore, nel suo saggio «Progettare la felicità» (Laterza) chiede alla politica di realizzare la legittima aspirazione degli umani ad essere felici. Secondo lei, gli italiani privilegiando certi consumi legati al tempo libero, stanno cercando questa meta? E, soprattutto, riescono a raggiungerla più facilmente? «Ma io credo che la felicità non stia tanto nel viaggiare di più o nello spendere di più per il tempo libero, ma nel trovare il senso della propria vita. La società italiana ha demolito una serie di valori, ma non ne ha ancora costruiti di nuovi». Ma è così grave dedicarsi alla fotografìa, o a riprendere delle belle immagini? E quindi a spendere di più per cineprese e macchine fotografiche? 0 magari per essere più in forma con vestiti nuovi? 0 a viaggiare per conoscere il mondo? «No, non giudico negativamente questi acquisti. Certamente sono consumi a cui si sono avvicinati nuovi soggetti, o consumatori più raffinati alla ricerca dell'ultima novità. Direi che è più che legittimo. Anzi, direi che è un fenomeno strettamente legato alla nostra cultura. Non è certo un mistero che gli italiani piuttosto si tolgono il pane di bocca che non comprarsi un vestito. E' dal Rinascimento che diamo valore e importanza al bello, alle immagini, all'esteriorità». Ma poi spendiamo meno per la salute. E' un bene o un male? «Credo che sia non tanto un dato culturale, ma semplicemente un fenomeno legato al gran marasma di questi ultimi tempi nella sanità». Sono ripresi i consumi di beni durevoli, eppure non quelli per i mobili. Per gli italiani non è più tempo di «sweet home»? «In Italia ci si sposa meno e non si fanno più figli. E quindi, alla lunga, non può che risentirne anche tutto ciò che è legato alla casa. Per l'appunto i mobili». [st. e]
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