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Intermetro Intermetro «Perché Craxi a giudizio» ROMA. I gravi episodi contestati all'ex segretario del psi Bettino Craxi (rinviato a giudizio per corruzione e violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti nella vicenda Intermetro a Roma, conclusasi invece con il proscioglimento di Romiti e di altri dirigenti della Fiat) e la condotta che lo stesso ha mantenuto negli ultimi tempi (le polemiche dichiarazioni fatte dalla Tunisia), sono elementi che hanno indotto il gip di Roma Adele Rando a ritenere che nei confronti dell'ex leader socialista «sussiste anche nell'attuale fase processuale l'esigenza cautelare». Lo afferma lo stesso gip che ordinato il ritiro del passaporto all'ex esponente politico e di notificare il provvedimento ai legali di Craxi. Diverso e più articolato è il discorso contenuto nella motivazione della sentenza con la quale, il 25 luglio scorso, il gip Adele Rando - sempre per la vicenda Intermetro (le tangenti pagate dagli imprenditori in cambio degli appalti dei lavori per la realizzazione della metropolitana a Roma) - aveva tra l'altro prosciolto l'amministratore delegato della Fiat Cesare Romiti, Umberto Beliazzi, ex consigliere della Cogefar Impresit e Francesco Mattioli, ex direttore finanziario della Fiat. In quattro fitte cartelle il gip spiega i motivi per i quali non ha condiviso le ipotesi di accusa che il pm Misiani aveva rivolto contro gli uomini della Fiat tutti accusati di concorso in corruzione. Nella motivazione della sentenza il magistrato ha sostenuto che tutti gli indizi raccolti nel corso delle indagini non sarebbero sufficienti a dimostrare il concorso nella corruzione da parte di Romiti, Beliazzi e Mattioli. [Agi]

Luoghi citati: Roma, Tunisia