Raul Bova e la Millardet nuova coppia antimafia

Raul Bova e la Millardet nuova coppia antimafia Raul Bova e la Millardet nuova coppia antimafia ROMA. Romano di origini calabresi, ventitreenne, occhi azzurri profondi, riccioli neri, muscoli adatti al ruolo di un poliziotto giovane che viene dalla borgata e che al momento giusto sa tirar fuori la grinta necessaria a combattere i colpevoli: Raul Bova, erede diretto dell'ombroso commissario Cattani e del tormentato Davide Licata, è il nuovo eroe della Piovra numero 7. Ha conquistato il suo ruolo dopo aver sostenuto un provino in cui doveva interpretare la scena di un forte litigio; ha accettato di recitare nel film anche se intorno tutti lo sconsigliavano («Sei troppo giovane, è un impegno troppo grande, nessuno avrà tempo di aiutarti a entrare nella parte...»); ha preteso, una volta sul set, di fare a meno della controfigura anche nelle scene più acrobatiche e pericolose. Soprattutto, per costruire il personaggio di Breda, ha messo in gioco se stesso: «Prima di me ci sono stati Placido e Mezzogiorno, e quegli indici d'ascolto enormi... Mi sono sentito come Ulisse contro Polifemo: ho accettato la sfida e, per trasformarmi in Breda, ho utilizzato gli stessi sentimenti che provavo nella vita reale. Il senso di dover gestire una grossa eredità, la paura del confronto, ma anche la voglia di combattere e di vincere». I fatti di mafia hanno sempre richiamato l'attenzione di Bova che, prima della Piovra, ha lavorato in tv nello sceneggiato sui fratelli Abbagnale, nel cinema e nel teatro. «La Piovra è importante - dice - anche per il suo potere istruttivo e per il fatto che finalmente mostra la mafia nel suo aspetto più realistico, per nulla attraente o fascinoso». Anche Patricia Millardet affronta con entusiasmo nuovo la parte di Silvia Conti: «Finalmen- te sono un po' meno legalitaria e un po' più giustiziera - racconta nel suo italiano alla francese - e anche più umana, più combattiva, più arrabbiata. In quest'ultima storia tanto aderente alla realtà di oggi, mi trovo veramente a mio agio. E pensare che io la Piovra, quando me l'hanno proposta per la prima volta, non avevo nessuna intenzione di farla! Poi però mi sono convinta e l'ho fatta come sentivo, senza imitare nessun personaggio vero. Però quando ho incontrato un giudice donna che mi ha detto "Continui a essere Silvia Conti in questo modo" sono stata molto contenta». Se con Placido all'inizio c'e/ano state frequenti di¬ scussioni («Ma la Piovra con lui era bellissima: in sette mesi di lavoro al suo fianco ho imparato tanto»), se con Mezzogiorno c'erano differenze nei metodi di lavoro («Lui veniva dal teatro e teneva molto alla precisione»), con Bova sembra che tutto fili liscio: «Stavolta, nel film, sono io ad insegnare, ad aiutarlo, a correggere i suoi errori. E lui per me è una persona su cui posso contare, un aiuto concreto». In Italia, dopo tante Piovre, la Millardet, che è nata nel Sud Ovest della Francia, ha intenzione di restare a lungo: «Amo il mio Paese, ma qui da voi c'è un clima meraviglioso mentre dalle mie parti piove sempre». [f. e] Raul Bova l'erede di Cattani e di Licata

Luoghi citati: Bova, Francia, Italia, Licata, Roma