L'Olanda privatizza il suo tesoro

L'Olanda privatizza il suo tesoro L'Olanda privatizza il suo tesoro MAMSTERDAM ENTRE a Venezia Massimo Cacciari chiede di aprire le porte della Fenice agli inve Istitori privati, nella «Venezia del Nord» Ù grande passo è già stato compiuto. Non per l'Opera, ma per quanto vi è di più prezioso nella cultura olandese, il Rijksmuseum di Amsterdam, che raccoglie i maestri della pittura fiamminga e il bellissimo Museo Van Gogh. Sei musei sono stati parzialmente privatizzati, altri dieci seguiranno alla fine dell'anno. In tutto 16 musei che raccolgono il patrimonio culturale olandese. I musei hanno ricevuto lo stato giuridico di una Fondazione di utilità pubblica, alla quale possono partecipare aziende, banche o gruppi industriali. Mentre gli edifici rimangono di proprietà dello Stato, il personale, l'amministrazione e la custodia degli oggetti esposti passano in mano ai privati. E i quadri? Su questo punto gli animi si dividono in modo piuttosto burrascoso. E se al Rijksmuseum il direttore Henk van Os vede di buon occhio la privatizzazione dell'apparato amministrativo, l'idea di vendere i quadri incontra grandi resistenze. Tutto è nato da un ministro rivoluzionario, la signora Hedy D'Ancona, responsabile per la cultura dei Paesi Bassi, che per prima in Europa ha osato infrangere un tabù. Le collezioni dei musei, dice, non devono più essere considerate come patrimonio indivisibile. C'è opera d'arte e opera d'arte: alcune si possono vendere senza gravi danni per il patrimonio culturale nazionale, o, addirittura, per acquistare opere di maggiore valore. Così tutti i musei d'Olanda hanno dovuto compilare un dettagliato elenco a tre colonne, da una parte gli oggetti che sono parte indivisibile del patrimonio culturale, nel secondo gruppo le opere d'arte che hanno grande importanza per la ricerca. Nella terza categoria, tra le «opere minori», ci sono gli oggetti che i musei saranno liberi di scambiare con altre istituzioni culturali, ma anche di vendere sul mercato dell'arte. Per le prime due categorie la vendita non è esclusa a priori: dipende da cosa si vuole acquistare in cambio, van Gogh contro Michelangelo? I direttori dei musei europei osserveranno certo con grande attenzione l'esempio olandese. Da ora infatti il budget dei musei non verrà più finanziato da sovvenzioni statali fisse. Lo Stato pagherà in base al piano finanziario presentato dai singoli musei. Il museo diventa azienda e dovrà pensare a raccogliere fondi con le proprie forze, attraverso gli sponsor o anche inventandosi una serie di servizi da offrire al pubblico. Soprattutto per i dipendenti sarà un grande cambiamento: custodi e amministratori non saranno più degli statali, con il lavoro garantito. Il rischio paradossalmente potrebbe diventare quello di essere troppo bravi. Un museo che dimostri di essere in grado di finanziarsi da solo, potrebbe infatti vedersi ridotte le sovvenzioni dello Stato. Francesca Predazzi

Persone citate: Francesca Predazzi, Hedy D'ancona, Massimo Cacciari, Van Gogh

Luoghi citati: Amsterdam, Europa, Olanda, Paesi Bassi, Venezia