Sadomaso filosofi in cerca di libertà

il caso. Il gruppo Gallimard pubblica un trattato ' il caso. Il gruppo Gallimard pubblica un trattato ' Lo Stato cede musei e quadri Sadomaso, filosofi in cerca di libertà N^l PARIGI OME di battaglia, Maitresse Francoise, al secolo, Annick Foucault. Nessuna pa rentela con il filosofo, ma una pratica in comune, il sadomasochismo. SM, per gli adepti. Per Madame Francoise è in realtà ben più che una pratica. E' la sua professione. Dopo un periodo di apprendistato e poi di specializzazione, la signora si è equipaggiata di una personale rete di messaggerìa telefonica e si è messa in proprio nell'attività SM. E' pronta a soddisfare ogni richiesta, e a condurre i postulanti sulla via della conoscenza. Questa è infatti la versione che Annick Foucault dà del proprio personaggio nella confessione autobiografica uscita ieri in libreria, Frangoise Maitresse. Inguaiata nel suo body nero di lattice aderentissimo, frustino in mano, collare a chiodi e tacchi a spillo di venti centimetri da piantare nelle parti molli del (o della) soggiacente, la signora Frangoise afferma di sentirsi più di ogni altra cosa una Maestra. E di usare per sé il termine «Maitresse» anche in questa accezione, oltre che nelle due più prevedibili di amante e padrona. Maestra perche insegna, a chi ne senta il desiderio, «il modo per raggiungere i limiti dell'impossibile», «l'insperata frontiera tra la vita e la morte». In ultimo, va da sé, «la liberazione». La signora Frangoise nell'autobiografia racconta con semplicità il proprio cammino di formazione. Ci spiega come il sadomasochismo possa forse ritenersi ereditario, avendo lei avuto una madre che, ben nascosto in un armadio, teneva tutto il classico armamentario. Nel tempo libero, a insaputa dei familiari, lo utilizzava. Lei, Frangoise, la sorprese in azione quando era molto piccola. A nove anni, la ritroviamo a Firenze che già si esercita con un bambino italiano di sei. Ma tutto avvenne in maniera naturale, come dire d'istinto, senza vera comprensione, fino all'età adulta. Fu allora, apprendendo che il filosofo Michel Foucault, suo omonimo, del sadomasochismo era stato oltre che adepto anche teorizzatore, fu allora che Madame Frangoise capì. Capì il valore (proventi a parte) della sua esistenza. Da qui a proclamarsi «Allieva di Gilles Deleuze» non ci fu che un passo. Deleuze aveva infatti firmato una prefazione alle opere di Sacher-Masoch. Frangoise si vide aperta la strada della filosofia e scoprì, grazie a Deleuze, che il sadomasochismo è una scienza. Eccola dunque all'opera, e ad arricchire. L'aspetto più interessante della faccenda è però forse un altro. Chiamiamolo editoriale. Dietro la discreta dicitura Digraphe esposta in copertina, che in realtà designa solo la collana, chi pubblica infatti l'astuto volume? Mercure de France, sottogruppo di Gallimard. La Casa Massima, fino a ieri piuttosto timorata, si è un po' disinibita da quando il marchese di Sade è entrato nella Bibliothèque de la Plèiade. Non al punto però di varare l'emancipazione senza cautele. Così il Divino Marchese venne assortito di un dotto saggio che già puntava su una rivalutazione filosofica dell'autore. E oggi, analogamente, la Maitresse Frangoise è pubblicata con l'appoggio di Pierre Bourgade - nota firma della Maison, scrittore e drammaturgo - che esprime tutto il suo rispetto e conferma il valore iniziatico del sadomasochismo visto come filosofia di vita. «Una vertigine», si intitola il commosso pezzo di Bourgade. Che inizia così: «Ho letto questo libro come si legge un'educazione senti- mentale». E dopo aver a sua volta evocato il nome protettore di Deleuze, Bourgade continua dicendo: «Frangoise Maitresse è l'affermazione di una libertà. Non una libertà formale, non una libertà pratica, ma una libertà in azione, in marcia, che ignora se stessa e che si raggiunge solo nell'esercitarla. Libertà del desiderio che per molti uomini passa per una rinuncia alla libertà nell'amore». Ma leggiamo ancora: «Potrà sembrare paradossale o scandalosa una tale constatazione in un'epoca in cui tante persone soffrono e muoiono nella loro lotta per la libertà politica». Bourgade si invischia: «E che coraggio ci sarebbe nel non vedere la contraddizione là dove essa è?». Esce malamente dall'impasse: «Ma non ci sono giu¬ stificazioni da fornire, e di che cosa poi?». Per ricadere ancora più malamente, laddove definisce il Minitel «fornitore ininterrotto di carne nuova» e come tale garante del «mai definitivo». La conclusione è enfatica: «Al più forte delle perversioni sessuali, l'essere umano non ricerca il piacere sessuale, ma l'emozione sessuale, il suo sostituto misterioso e - osiamo la parola - infinito». Questo dunque sarebbe il sadomasochismo. E anche - qui è di nuovo Frangoise a perorare la causa - «un sistema per forgiare il carattere». Chi è masochista di natura, portato a farsi schiavizzare, trova infatti nel gioco SM il modo per trascendere. «Il corpo maso» scrive la Maitresse, «è un corpo sempre aperto, estensibile, scivoloso, strozzato nei busti, morso dalla frusta, tirato dalle catene, penetrato dai sessi e dalle mani, un corpo che suda, che sanguina talvolta. Ma un corpo glorioso». La signora invita ogni lettore a provare: «Perché è in questo equilibrio così raro tra la sofferenza e il piacere che la coscienza del proprio corpo è più grande, uno stato di coscienza dove non c'è più né Maestro, né schiavo, né Dominante, né sottomesso, ma un'incredibile solitudine, e l'orgoglio folle di aver potuto, di aver osato andare così lontano, condurre il proprio corpo come una bestia docile e riconoscente, al di là delle frontiere del sopportabile». Ce lo assicura una professionista. Gabriella Bosco «Maitresse Frangoise» racconta l'iniziazione e le esperienze nell'arte del Divin Marchese Per il drammaturgo Pierre Bourgade è «un'educazione sentimentale» «Solo così si può conoscere qual è il confine tra vita e morte» Violenza, tormenti o sottile delizia? Il sadomasochismo («SM» per gli adepti) in Francia non è più tabù, da quando qualche anno fa il Divin Marchese è entrato a fare parte della prestigiosa Bibliothèque de la Plèiade Vincent Van Gogh: «Nudo femminile» disegno del 1880 conservato a Amsterdam

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