Il Grande Fratello scarica Karadzic di Foto Reuter

Dopo il no alla pace Belgrado chiude le frontiere e impone l'embargo ai serbi di Bosnia Dopo il no alla pace Belgrado chiude le frontiere e impone l'embargo ai serbi di Bosnia Il Grande Fratello scarica Karadzic Milosevic: «Destituitelo» ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Il governo di Belgrado ha deciso ieri di sospendere tutte le relazioni politiche ed economiche con i serbi della Bosnia. L'annuncio è stato fatto dopo che il Parlamento dell'autoproclamata Repubblica serba di Bosnia ha respinto ancora una volta il piano di pace del gruppo di contatto, rimandando la risposta definitiva al referendum popolare indetto per il 27 e 28 agosto. «Si tratta del più grave atto compiuto contro la Jugoslavia, contro i popoli della Serbia e del Montenegro, nonché tutti i cittadini che vivono in questo Paese» affermano i dirigenti di Belgrado. Per questo d'ora in poi ai leader serbo-bosniaci non verrà più permesso di attraversare il confine per entrare in Serbia. Le frontiere verranno chiuse a tutto il traffico commerciale. Potranno passare soltanto trasporti di cibo e medicinali. Con queste drastiche misure il regime di Milosevic vuole punire il leader serbo-bosniaco Karadzic per non aver seguito le direttive di Belgrado in merito al piano di pace. In realtà la Serbia sta cercando in tutti i modi di evitare il rafforzamento dell'embargo internazionale che distruggerebbe totalmente la sua economia già provata dalle attuali sanzioni. Milosevic è arrivato persino a chiedere ai serbo-bosniaci di destituire Karadzic. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu dovrebbe riunirsi oggi stesso per esaminare la risoluzione proposta dal gruppo di contatto che prevede sanzioni molto più severe nei confronti di Belgrado. Ecco perché Milosevic tenta di buttare tutte le responsabilità su Karadzic che fino a ieri è stato il migliore allievo del padre dell'ideologia grande-serba. La sua reazione contro i serbi di Bosnia è stata approvata da Washington, mentre il portavoce del Dipartimento di Stato ha accusato Karadzic di aver indetto il referendum nel tentativo di guadagnare tempo. «Il referendum non è la risposta che conviene al piano di pace» dicono a Washington ed insistono su un sì immediato. Lo stesso esige Mosca che nega al sedicente Parlamento di Pale l'autorità per prendere una decisione sul piano di pace: «La Russia si aspetta una risposta positiva dai serbi della Bosnia» ha dichiarato l'inviato speciale Churkin aggiungendo che il referendum non potrà avere nessun valore perché per via della guerra la metà della popolazione è fuori del Paese. Ma il leader serbo-bosniaco Karadzic non cede. «I serbi di Bosnia devono essere militarmente pronti ad affrontare la chiusura delle frontiere con la Serbia» ha dichiarato subito dopo l'annuncio di Belgrado. E intanto i suoi uomini continuano ad attaccare le città bosniache. A detta del portavoce dell'Unprofor a Sarajevo, Rob Annink, all'alba di ieri i soldati serbi hanno tentato due volte di en- trare nei magazzini dove sono custodite le armi pesanti. Ma i caschi blu francesi di guardia agli arsenali hanno sbarrato loro il passo. Cinque civili sono stati uccisi nei bombardamenti su Tuzla. I serbi hanno sparato dodici granate sulla città che è una delle sei zone proclamate protette dalle Nazioni Unite. «L'Unprofor sta esaminando le misure per difendere in modo più efficace le "zone protette"» ha detto Anink. Gli scontri continuano anche nella regione di Vares dove nelle ultime ore i caschi blu hanno registrato più di mille detonazioni. Intanto il portavoce dell'Alto commissariato per i profughi, Peter Kessler, ha annunciato la ripresa del ponte aereo umanitario con Sarajevo. «Voleremo tutti i giorni perché bisogna riempire i magazzini della capitale che sono praticamente rimasti senza riserve di cibo e medicinali» ha detto Kessler, spiegando che i serbi continuano a bloccare le vie di accesso alla città impedendo il passaggio ai convogli umanitari. Le autorità croate e bosniache di Mostar hanno intanto annunciato un imminente incontro al vertice fra le tre parti in guerra per continuare le trattative sui futuri rapporti tra la federazione bosniaco-croata e i serbi di Bosnia. Ingrid Badurina Per Washington «è un primo passo positivo» Ma il Consiglio di sicurezza si riunisce oggi per decidere l'inasprimento delle sanzioni IL PIANO DI PACE f1 MUSULMANI E CROATI □ZI SERBI ONU Lì CITTA' SOTTO CONTROLLO | DELL'UNIONE EUROPEA H CITTA1 DIVISE Sarajevo, ragazzi sventolano stracci a mo' di bandiera bianca per dissuadere i cecchini dallo sparare sul tram A destra, Karadzic [FOTO REUTER]