Colloquio segreto con il cardinale di Raffaello Masci

Colloquio segreto con il cardinole Colloquio segreto con il cardinole Le visite di Silvestrini, la telefonata del Papa UN LAICO E LA FEDE ROMA ON possiamo non dirci cristiani» ripeteva spesso ai suoi collaboratori Giovanni Spadolini, citando una frase celebre di Benedetto Croce. Stasera sarà sepolto dopo una solenne Messa di requiem officiata dal cardinale Achille Silvestrini. prefetto della sacra congregazione per le chiese orientali. I! rispetto per la persona, per la sua militanza politica e per l'obiettività dei fatti, non autorizza nessuno a parlare di conversione «in articulo mortis». Ciò non di meno alcuni fatti te- ; stimoniano un interesse per il cristianesimo e una frequentazione amichevole con alcune personalità della Chiesa cattolica. Il senatore Spadolini aveva ricevuto durante la degenza ospedaliera le visite del cardinale segretario di Stato Angelo Sodano e dell'ordinario militare per l'Italia, l'arcivescovo Giovanni Marra cui lo legavano rapporti di grande cordialità fin dai tempi in cui era stato ministro della Difesa. Negli ultimi giorni però il presidente non era più in condizione di ricevere nessuno. La sua coscienza era venuta meno martedì sera e una delle ultime persone con cui sia stato in grado di parlare in piena lucidità, è stato un suo vecchio amico, il cardinale Achille Silvestrini. Un'amicizia, quella con il porporato, che risale ai tempi in cui Silvestrini era «ministro degli Esteri» della Santa Sede. Spado¬ lini e il cardinale, testimoniano i familiari del senatore, erano molto uniti, si stimavano, si frequentavano, avevano in comune interessi culturali e di politica internazionale. Il cardinale martedì pomeriggio tornava da Bologna dove si era recato per un lutto famigliare. Prima di rincasare è voluto passare in clinica a visitare l'amico malato. Il colloquio tra i due è stato lungo: alcune fonti , dicono una ventina di minuti, altre addirittura un'ora. Che cosa si siano detti resta riservato: in proposito non si sa nulla di nulla. «Ho fatto a Spadolini una visita di amicizia - ha detto ieri il cardinale -. Fra di noi c'era un'affinità di interessi nel campo degli studi storici. In particolare, abbiamo avuto un comune interesse per il compianto Arturo Carlo Jemolo e per quello che ha rappresentato nella cultura italiana negli ultimi decenni». L'altro ieri mattina - il giorno prima del decesso - al senatore era giunta una telefonata del Papa. Poiché il malato non era in grado di rispondere, ha risposto al telefono il fratello: «Giovanni, c'è il Papa che ti vuole parlare, anche se tu non puoi rispondere lui vuole darti lo stesso qualche parola di conforto». E così Giovanni Paolo II ha portato all'orecchio di Spadolini delle parole, anch'esse destinate a restare segrete e che non si sa se il presidente moribondo sia stato in grado di ascoltare. Un collaboratore ha commentato che di fronte a quella telefonata gli sembrava di vedere «le due Rome che si parlavano», quella cristiana e quella di tradizione laico-risorgimentale. Negli ultimi mesi di vita i rapporti tra il Pontefice e il senatore si erano intensificati. Poco prima di lasciare la presidenza del Senato, Giovanni Spadolini si era recato oltretevere per fare una visita privata al Papa e i due erano rimasti a lungo in amichevole colloquio. Quando poi Spadolini era già in clinica, gravemente malato, Giovanni Paolo II gli ha mandato una lettera nella quale lo incoraggiava. «Le sue parole mi aiuteranno a guarire» aveva risposto il senatore. Giovanni Spadolini, a quanto si apprende dai suoi collaboratori, aveva lasciato disposizioni dettagliatissime su molti adempimenti a cui attendere dopo la sua morte ma, curiosamente, nulla a proposito dei funerali. Quando si è trattato di decidere, i collaboratori hanno dovuto fare un passo indietro e rivolgersi alla famiglia. L'architetto Pierluigi Spadolini ci ha detto che sia lui sia suo fratello Paolo non hanno avuto titubanze di sorta: il senatore riceverà le esequie stabilite dalla liturgia cattolica, e in questo i fratelli sono certi di compiere la volontà dello scomparso. «In lui brillava un raggio cristiano» hanno detto. E stasera spetterà all'«amico)i Silvestrini recitare il De profundis. Raffaello Masci Il prelato: «Visita amichevole. Fra noi c'era affinità d'interessi in campo storico» I Cardinale Silvestrini. Sopra l'onorevole Napolitano

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