L'AULA LA PLATEA LA POLITICA di Gianni Vattimo

Su proposta di Scalfaro slitta a oggi l'elezione del vicepresidente L'AULA, LA PLATEA LA POLITICA caduto proprio nulla. Non c'è stato una mozione, non un voto, neanche l'annuncio di un preciso provvedimento legislativo. Ci ha ricordato certe tesissime serate (ormai solo un ricordo di un'altra epoca della Repubblica?) di «Milano Italia» o de «Il rosso e il nero»; anche là tutti si esprimevano e si confrontavano, e non si veniva mai a capo di nulla; ma in quel caso si trattava appunto di spettacoli televisivi, sia pure di granile contenuto politico, e basta. La domanda che ci facciamo è: questo tutto e niente the ha caratterizzato la seduta-show di martedì sera alla Camera (collocata, tra l'altro, nell'ora tipica del massimo ascolto: davvero solo per motivi tecnici?) segna anche una svolta nel modo di lavorare del nostro Parlamento? 11 problema ha uno straordinario spessore: nessuno, crediamo, oserebbe biasimare la decisionedei presidente Rivetti di consentire la ripresa diretta; ci si potrebbe persino augurare che non sia una decisione isolata. Ma d'altra parte è vero che, alla presenza delle telecamere (che sono qualcosa di radicalmente diverso dai microfoni di una radio), la discussione parlamentare acquista immediatamente un altro carattere, diventa spettacolo fatto per il pubblico televisivo più che proposta di tesi per il dibattito tra i deputati. Non si tratta, ovviamente, di rimpiangere un qualche carattere arcano dei dibattiti polititi «veri», pensando che quelli che si fanno in presenza dei cittadini siano necessariamente propaganda e chiacchiera. Occorre pero constatare realisticamente che un pericolo di questo genere c'è. Un Parlamento che lavori prevalentemente come quello che abbiamo visto l'altri! sera è di un passo più vicino a una democrazia plebistitar », nella quale Camera e Senato diventano solo sedi eli «manifestazioni» piuttosto che luoghi di delibere e decisioni. Del resto, sembra purtroppo che una tale concezione del Parlamento sia conforme allo spirito «estremisticamente maggioritario» dell'attuale maggioranza, che sospetta il consociativismo dovunque le forze in campo non si limitino a contrapporsi riflettendo semplicemente i rapporti numerici usciti dalle urne. Che cosa, se non una manifestazione, è stato per esempio il confuso discorso di Bossi martedì? Avrebbe parlato allo stesso modo se, invece di stare davanti a milioni di spettatori, avesse dovuto proporre un provvedimento preciso, sostenere un emendamento, pronunciarsi prò o contro un atto determinato? Ma una simile osservazione vale, in misure diverse, per quasi tutti gli interventi. Non si tratta di demonizzare un'iniziativa che anche noi abbiamo salutato con favore e seguito con interesse e curiosità. Ne, stavolta, si può dare la colpa al Cavaliere - come se questo fosse un'altra tappa della perversa affermazione della telecrazia al posto della democrazia autentica. Vogliamo solo segnalare, alla maggioranza e all'opposizione, un rischio che ci sembra reale, e su cui occorre riflettere perché non intacchi quella macchina delicatissima che è il Parlamento. Per esempio: si potrebbe chiedere ai presidenti delle Camere non solo, come una volta tanto giustamente ha chiesto Taradash, di trasmettere integralmente le sedute o i dibattiti che si vogliono far svolgere in pubblico; ma anche, e soprattutto, di scegliere sedute e dibattiti in cui ci siano decisioni da prendere, mozioni precise da votare, provvedimenti da varare o bocciare. Per esempio, il prossimo dibattito sul disegno di legge Biondi, o quello del decreto sul condono edilizio. E" giusto che i cittadini vedano il Parlamento al lavoro; ma occorre curare che ne abbiano un'immagine realistica, non costruita su misura per diventare uno spettacolo in cui il dramma, con le sue peripezie, i riconoscimenti, e la finale catarsi, si risolve tutto sulla scena. Gianni Vattimo

Persone citate: Taradash

Luoghi citati: Milano Italia