Alla Rai salta il primo manager di Raffaello Masci

Mattucci nuovo capo del personale. Il cda: Locatelli non doveva fare le nomine Mattucci nuovo capo del personale. Il cda: Locatelli non doveva fare le nomine Alla Rai salta il primo manager Sostituito Celli, congelate cento promozioni ROMA. Dopo il grande ricambio dei vertici Rai, a viale Mazzini va ora in onda il «dies irae» orchestrato dal nuovo consiglio d'amministrazione e dal severo neodirettore generale Gianni Billia. Il primo a farne le spese è stato il capo del personale Pierluigi Celli, rimosso dall'incarico, così su due piedi. E poi è arrivata la superbomba: le nomine giornalistiche stabilite dai Professori in quest'ultimo anno sono state «sospese». Il provvedimento sembrava dovesse riguardare circa 110 professionisti, poi in serata un comunicato precisava che sono 281 i giornalisti interessati (51 assegnazioni, 7 trasferimenti, 81 conferme e 42 collocazioni «fuori linea»), uno su 6. Al posto del prof. Celli è arrivato l'ing. Luigi Mattucci, che dirigeva i centri di produzione. Il suo incarico è per il momento «ad interim», ma il personaggio sembra assai gradito ai nuovi timonieri, e quindi destinato a durare. Se questo «avvicendamento» ha fatto scalpore, il blocco delle nomine dei giornalisti ha scatenato un pandemonio, per capire il quale bisogna fare un passo indietro. I professori avevano nominato i nuovi direttori di testata, questi a loro volta avevano scelto all'interno delle redazioni nuovi collaboratori, qualche volta cambiando loro incarico, altre volte promuovendoli di fatto. Queste nuove situazioni professionali andavano prima o poi ratificate anche contrattualmente, sancendo trasferimenti da un servizio all'altro, da una testata all'altra, da una qualifica a un'altra. E questo è quanto avvenuto, soprattutto negli ultimi sei mesi ma - in alcuni casi - addirittura negli ultimi giorni della reggenza Locatelli. E proprio su queste nomine dell'ultim'ora è scoppiata la polemica. L'ex direttore generale ha giustificato il proprio operato con tre argomenti: primo, queste nomine andavano a regolarizzare posizioni professionali già operanti di fatto; secondo, andavano fatte anche per evitare contenziosi all'azienda; terzo, le decisioni da me assunte rientravano nelle mie competenze di ordinaria amministrazione anche durante l'interregno tra un cda e l'altro. Quindi non devo rispondere proprio di niente. In sostanza, ha detto Locatelli, «ho fatto come un buon padrone di casa che prima di dare l'alloggio in affitto sistema tutto e non lascia che i nuovi inquilini trovino i piatti sporchi in cucina». Ma il cda ha replicato che in realtà la signora Moratti aveva avvertito per iscritto Gianni Locatelli di non procedere ad alcuna nomina, per non mettere l'azienda di fronte a fatti compiuti e quindi ad oneri economici ulteriori. Quale che sia la verità dei fatti, l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti tv, ha preso la cosa come un atto di guerra e - convocato nel pomeriggio dal nuovo direttore generale - non si è presentato all'appuntamento per protesta, chiamando invece a raccolta il proprio stato maggiore. Giorgio Balzoni, segretario del sindacato, ha parlato di «atti illegali contro il contratto e contro il codice civile», e si è appellato alle istituzioni perché si facciano garanti della trasparenza dei comportamenti di questo cda dai metodi decisionisti. La strategia sindacale sembra comunque per il momento «attendista»: forse il nuovo cda intende veramente solo «sospendere» certe nomine, riservandosi di confermarle dopo una disamina, ma certo è che molte star dei tg qualche apprensione ce l'hanno. Fior di vicedirettori, caporedattori, inviati e conduttori si vedono insidiate le ambite poltrone. Tra questi Corradino Mineo vicedirettore del tg3, Roberto Morrione vicedirettore del tg2, il caporedattore del tgl Giulio Borrelli, l'inviato che segue il Quirinale per il tgl Fabrizio Ferragni, l'inviata di esteri del tg3 Neliana Tersigni, la conduttrice vicecaporedattore del tgl Tiziana Ferrario, per dire solo alcuni dei 281 «fulminati». E in chiusura di battaglia, un'ultima fiammata polemica è arrivata da Locatelli appena uscito da viale Mazzini: parlando con i giornalisti l'ex direttore generale ha confermato che Berlusconi ha proposto alla Rai un accordo di cartello sulla pubblicità con la Fininvest, e lo ha fatto anche quando era già inquilino di Palazzo Chigi. Raffaello Masci ■ 1 ■ A sinistra: Corradino Mineo (Tg3): fermata anche la sua nomina A destra: Luigi Mattucci, nuovo direttore del personale della Rai

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