«Non uccide» di R. Cri.
«Non uccide» «Non uccide» Per gli esperti è inoffensiva ROMA. La chiamano «Orca assassina» ma agli esperti la definizione data all'animale avvistato al largo di Catania non è affatto piaciuta. «E' vero che sono stati osservati alcuni casi di attacchi di orche a balene e balenottere - precisano il Wwf e la Fondazione Cetacea - ma per esigenze cinematografiche sono stati dati nomi sbagliati a questo splendido delfinide, attribuendogli un'immeritata fama di animale feroce e sanguinario». Il vero nome dell'orca - secondo gli esperti - è «orcinus orca» mentre in inglese è invece «whale killer» (uccisore di balene). Successivamente il cinema ha invertito le parole in «killer whale», la balena assassina. Il maschio può raggiungere i nove metri di lunghezza per un peso di otto tonnellate, mentre la femmina si aggira sui sei metri e può pesare fino a quattro tonnellate. La presenza nel Mediterraneo è occasionale. Dal 1981 al 1991 nessun esemplare «spiaggiato» è stato rinvenuto lungo le coste italiane dal Centro Studi Cetacei di Milano che gestisce l'unica rete nazionale di intervento sui Cetacei in difficoltà. Quindi niente paura, non esistono orche «assassine». Quella che è stata avvistata a largo di Catania, poi, essendo presumibilmente in difficoltà, avrebbe addirittura bisogno di «coccole». E molti esperti biologi e ambientalisti rassicurano i bagnanti e lanciano un appello per evitare di lasciarsi prendere dalla psicosi dell'orca. Bisogna abbandonare i ricordi cinematografici e favorire il buon senso: è la ricetta consigliata dagli esperti in caso di incontri ravvicinati con questi animali. «E' il buon senso - spiega Giuseppe Notarbartolo di Sciarra, direttore dell'Istituto Tethys che da otto anni si occupa di ricerche sull'ecologia e la protezione dei cetacei nel Mediterraneo - che si deve adottare quando si incontra un animale selvatico di queste dimensioni. Ma non si può parlare di pericolosità in quanto orca». Per Notarbartolo la frequenza di orche nel Mediterraneo è rara, al ritmo di un avvistamento all'anno in otto anni. Ma Fabrizio Fabbri di Greenpeace sottolinea l'orca è una delle dodici specie dell'elenco di cetacei tipici delle nostre acque. E nessun attacco all'uomo da parte delle orche è mai stato documentato, osserva Fabio Ausenda, presidente di «Europe Conservation». [r. cri.]
Persone citate: Fabio Ausenda, Fabrizio Fabbri, Giuseppe Notarbartolo, Notarbartolo
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