Free Willy nei mari di Sicilia

La capitaneria sorveglia perché non si avvicini alla riva La capitaneria sorveglia perché non si avvicini alla riva Free Willy nei mari di Sicilia Caccia all'orca assassina ferita CATANIA. Non è possibile prenderla, non è possibile curarla, non c'è modo di avvicinarla né di aiutarla a riprendere il largo. Da lontano le motovedette della Capitaneria di porto e quelle dei carabinieri possono solamente controllare che nessuno la avvicini. Non sarà un finale da film quello che si prevede per un'orca di cinque metri di lunghezza e quattro tonnellate di peso che da qualche giorno si aggira, ferita, nel mare di Aci Trezza. Le unità della Capitaneria di porto di Catania, sulle quali si erano imbarcati anche biologi marini, hanno seguito per l'intero pomeriggio le tracce dell'orca, segnalata ieri al largo di Aci Trezza. Il cetaceo è stato avvistato a più riprese. Presentava una vasta ferita lungo il dorso, provocata molto probabilmente dall'impatto con una grossa imbarcazione, e nuotava in superficie su un fianco: fatto che, secondo gli esperti, denoterebbe una sofferenza polmonare. L'orca ha fatto poi perdere le proprie tracce, scomparendo alla vista. Da riva i bagnanti dei lidi che si affacciano sul mare dei Malavoglia osservavano i mezzi di soccorso. Le autorità hanno raccomandato ai bagnanti di non spingersi al largo, di evitare ogni contatto perché «potrebbe essere molto pericoloso». I biologi della Capitaneria non lo dicono chiaramente, ma per la spaesata orca di Aci Trezza sembra che sia solo questione di ore o di giorni, prima che venga trovata «spiaggiata» da qualche parte. La gente che dal porto di Aci Trezza e dalla passeggiata a mare di Aci Castello segue le operazioni, pensa alle immagini di «Free Willy», il film di Si- mon Wincer che solo qualche mese fa ha commosso il pubblico del grande schermo. Per questa storia si vorrebbe lo stesso lieto fine, ma alla Capitaneria allargano le braccia: «Questi non sono i mari dove può vivere - spiega il biologo marino Francesco Ciavola -, l'orca ha bisogno di acque molto più fredde, e poi quella ferita è molto profonda. Senza contare che probabilmente è molto affamata perché nel Mar Ionio non può certo trovare i balenotteri o i delfini di cui normalmente si ciba». Il primo avvistamento della «Willy del Mediterraneo» si era avuto sabato scorso. Alcuni bagnanti della Plaja, la spiaggia a sud di Catania, avevano avvertito la Capitaneria della presenza di uno squalo dopo aver visto una minacciosa pinna solcare il mare. Inutili le ricerche. Domenica un'altra segnalazione, questa volta dal lato opposto della città, sulla scogliera. Ancora i bagnanti, ancora ricerche, ancora una volta nessuna traccia. Lunedì scorso però le motovedette l'hanno trovata ma non era uno squalo: con molta sorpresa si è scoperto che si trattava di un esemplare femmina di orca. Era nascosta a pochi metri dalla costa, tra l'isolotto Lachea e i faraglioni di Aci Trezza, lì dove alcune correnti sottomarine abbassano considerevolmente la temperatura dell'acqua. Da quel momento, l'orca è stata tenuta costantemente sotto controllo. Luigi Lino, della sezione catanese del Centro studi cetacei, è riuscito a osservarla da vicino: «Il profondo squarcio sul ventre - spiega - probabilmente è stato provocato dall'elica di una nave. Sta cercando di curarsi da sola, ma non sappiamo come finirà». Ieri da un elicottero si è potuto vedere che l'orca è distesa sulla pancia e ciò, secondo i naturalisti, è un segnale che sta molto male. Il dramma di «Willy» sta nel fatto che nessuno sembra in grado di poter fare qualcosa per lei. Il professor Ciavola dice che potrebbe avere addirittura un edema polmonare. E questo potrebbe portarla rapidamente alla morte. Biologi e uomini della Marina fanno notare che non esistono da queste parti attrezzature in grado di poter «pescare» l'orca, per curarla e rimetterla in acqua. Si spera solo che sia abbastanza forte da riprendersi da sola e ritrovare la via dei suoi mari. «Sarà arrivata certamente dall'Oceano Atlantico - spiega Ciavola - magari seguendo una nave attraverso lo Stretto di Gibilterra. Poi, disorientata, sarà finita sotto l'elica di un mercantile». E' la prima volta che un'orca finisce nei mari siciliani. E dal Centro studi cetacei di Milano fanno sapere che negli ultimi 13 anni non si erano avuti avvistamenti lungo tutte le coste italiane. Fabio Albanese Ha uno squarcio nel ventre e nuota male, forse è finita contro l'elica di una nave Qui a fianco una scena dal film «Free Willy» di Simon Wincer Sotto Giorgio Falck alla guida della sua barca Il «Guya» stava vincendo la regata atlantica quando si trovò in mezzo a sei orche Sembravano tranquille, invece una sola testata sfondò la chiglia, lo yacht si inabissò in 7 minuti

Persone citate: Fabio Albanese, Free Willy, Giorgio Falck, Luigi Lino, Plaja, Simon Wincer, Wincer

Luoghi citati: Aci Castello, Catania, Gibilterra, Milano, Sicilia