«Firmate per cacciare Rocchetta» di G. Ce.

Lega Nord Lega Nord «Firmale per cacciare Rocchetta» MILANO. Ora che è soltanto sottosegretario agli Esteri (!), Franco Rocchetta si adegua al ruolo. E a chi, a Montecitorio, gli chiede conto di una possibile espulsione dalla Lega Nord offre una risposta olimpica: «Mi consulterò con il mio consigliere diplomatico», dichiara a metà pomeriggio all'Agenzia Italia. Da un paio d'ore, a Palazzo Madama, il senatore Erminio Boso, robusto capo dei «leghisti indipendentisti», sta raccogliendo firme per «chiedere che il segrario federale e il Consiglio federale si riuniscano entro breve termine per prendere decisioni drastiche». Fondatore della Liga Veneta, fino a domenica scorsa pure segretario, presidente della Lega Nord, Rocchetta stavolta rischia forte. «Rocky», come lo chiama Bossi quando è in buona, o «Rocky Horror» quando la quotazione è in calo, l'altra sera si è preso anche del «venduto», venduto a Berlusconi. E questa definizione, che è di Bossi, rieccola nella lettera di Boso: «Con le sue dichiarazioni sta causando gravi danni all'immagine del movimento e si ravvede in lui e in chi lo sta spalleggiando la volontà di chiudere il "movimento" a stato di servilità del signor Berlusconi». Il diplomatico Rocchetta non sembra in affanno: «Di commenti ne potrei fare a dozzine..., o neppure uno. Dovrei lanciare la moneta». Ma Boso, dieci firme in mezz'ora, avanza: «Rocchetta? Va bene che un raglio d'asino non sale al cielo, ma questo la deve smettere. Manca di dignità e di rispetto nei confronti di tutti noi. Ma dico? In un'intervista dichiara che il nostro segretario prende sostanze stupefacenti! Ha smentito? Va bene, ma il giornale che l'ha intervistato dice di avere la registrazione e lui sta zitto. Basta, non è la prima volta e non è più tollerabile!». Da sempre considerato sul filo dell'eresia, Rocchetta non ha mai nascosto le sue differenze con Bossi, non ha mai avuto in simpatia i lombardi, ha sempre lamentato la penalizzazione di veneti e piemontesi. [g. ce.]

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