De Lorenzo? Giudici fate voi di Francesco Grignetti

La Giunta per le autorizzazioni si divide sul carcere, ma la maggioranza preferisce non decidere La Giunta per le autorizzazioni si divide sul carcere, ma la maggioranza preferisce non decidere De Lorenzo? Giudici, fate voi 77 Senato si dichiara incompetente ROMA. Il Senato non riconosce nessuna immunità a Francesco De Lorenzo: i giudici procedano pure con le indagini fino al processo. E per quanto riguarda gli arresti, facciano quello che vogliono perché il Parlamento si dichiara incompetente in materia. Non è ancora la decisione definitiva (che arriverà domani), ma tanto propone la Giunta per le autorizzazioni a procedere di palazzo Madama. La Giunta si è ritrovata unanime nel dare l'autorizzazione a procedere. Si è divisa invece sul carcere: cinque progressisti, capeggiati dal «garantista» Giovanni Pellegrino (pds), più il senatore Filiberto Scalone (An), volevano che il Senato si esprimesse a favore degli arresti; la maggioranza ha invece preferito dichiarare la propria incompetenza. Spiega il presidente, il leghista Marco Preioni: «Per noi De Lorenzo è un comune cittadino. Non essendo un ministro in carica, né un parlamentare, non c'è nessuna ragione che possa giustificare una nostra particolare autorizzazione all'arresto o una decisione del Parlamento in tal senso». Non era una decisione scontata. Francesco De Lorenzo é venuto di persona, due giorni fa, accompagnato dall'avvocato Gustavo Pansini e dai famigliari più stretti, a perorare la sua causa davanti ai nuovi parlamentari. Ma l'ex ministro della Sanità non ha neppure provato a ribattere alle accuse. Anzi, ha chiesto lui stesso che venisse concessa l'autorizzazione a procedere. Si è opposto come ha potuto, invece, alla secunda delle richieste. Quella che più lo spaventa: il ritorno in cai cere. «Se il giudice stessu ha sostenuto De Lorenzo con i senatori - mi ha concesso un permesso di 48 ore per venire qui a incontrarvi, senza scorta, è evidente che non pensa a pericoli di fuga. Parlare di reiterazione del delitto o di inquinamento delle prove, poi, in queste condizioni, è francamente ridicolo». L'ex ministro, insomma, ha chiesto una qualche forma di protezione ai nuovi parlamentari. Ma quelli si sono spogliati da ogni responsabilità. O addirittura hanno maramaldeggiato. Il senatore Filiberto Scalone (An), in particolare, dissociandosi dal voto del suo gruppo, e temendo un «qualsiasi tentativo di negazione dell'autorizzazione», si è scatenato: «In linea con i miei convincimenti, da sempre manifestati, intendo ricacciare nelle patrie galere un ex ministro della Repubblica italiana al quale si ascrivono ben oltre 97 capi di imputazione. Il suo rientro in carcere costituirebbe un preciso segnale per quel recupero dei valori da più parti auspicato». Gli ha risposto, con pari asprezza, il leghista Renato Ellero. «Scalone avrebbe fatto meglio a seguire con maggior attenzione la discussione e la decisione della Giunta. Evidentemente non ha capito quale sia stata la decisione presa. Posso dire che l'assemblea voterà la proposta della Giunta e i giudici saranno liberi di agire secondo il codice. Scalone dovrebbe avere il buon senso e la responsabilità di capire che, dando notizie che portano a convincimenti distorti nell'opinione pubblica, si creano solo confusione e una irresponsabile frattura tra parlamento e cittadini». Più elegante la polemica tra l'ex presidente della Giunta Giovanni Pellegrino (pds) e l'attuale presidente Marco Preioni (Lega Nord). Pellegrino ha chiesto che «il Senato non abdicasse, avendo il tribunale dei ministri di Napoli riconosciuta l'esistenza del potere autorizzatore». Preioni gli ha replicato: «Mi meraviglio per una strumentalizzazione che non mi aspetto da un collega così sensibile e competente». Francesco Grignetti Scalone di An «Voglio ricacciare in galera quella persona» L'ex ministro aveva chiesto l'autorizzazione a procedere L'ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, uscito di recente dal carcere, è di nuovo al centro di un caso giudiziario

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