LeMond addio al ciclismo «La caccia mi ha avvelenato» di Gian Paolo Ormezzano

Colpito da un'intossicazione da piombo dopo essere stato ferito anni fa da 35 pallini Colpito da un'intossicazione da piombo dopo essere stato ferito anni fa da 35 pallini LeMond, addio al ciclismo La caccia mi ha avvelenato « » IL CAMPIONE COSTRETTO AL RITIRO LE solite poche righe d'agenzia, a liofilizzare un possibile dramma umano. Gregory cioè Greg LeMond, il più grande ciclista statunitense di ogni tempo, l'«americano a Parigi» di tre Tour de France vittoriosi, potrebbe annunciare fra poco il suo ritiro dal mondo delle corse, a 33 anni, età ancora bellissima per il suo sport. La causa: intossicazione da piombo, quello dei 35 pallini rimastigli nel corpo dopo l'incidente di caccia del 1987. Suo cognato gli aveva sparato durante una partita di caccia mentre lui, Greg, stava nel fitto di un cespuglio, aspettando il passaggio dei conigli selvatici: aveva creduto che quei rumori provenissero da qualche animale. I chirurghi avevano lavorato autenticamente di trivella nel corpo di LeMond, estraendogli una cinquantina di pezzi di piombo. Ma avevano dovuto lasciar dentro qualche pallino: anche nel fegato, nei polmoni, nella parete esterna del cuore. In quel 1987 LeMond era già famoso: quattro anni prima era diventato campione del mondo su strada, confermando subito, nel professionismo, gli auspici fatti su di lui in America quando era un dilettante che strabatteva tutti, nel nome di una vitalità dirompente, esplicata prima nello sci acrobatico (LeMond, nato a Reno, Nevada, era cresciuto nella California interna, quella delle montagne); nel 1986 aveva vinto addirittura il Tour de France, scalando i colli famosi in coppia con il grande di Francia Bernard Hinault, suo «chaperon» in corsa. Poi l'incidente. E la ripresa miracolosa, dopo essersi fatto fotografare con la schiena crivellata di crateri rossi, come residui di una apocalittica varicella. Ancora due Tour de France, 1988 e 1989, e nel 1988 anche il secondo mondiale. Parigi lo amava, anche se lui era uno speculatore tremendo, capace di far suo il Tour del 1989 nell'ultima tappa, a cronometro, per soli 8 secondi sul francese Fignon, e adottando a sorpresa un manubrio nuovo, quello adesso definito «da triathlon». Lui aveva quel cognome francese, da scrivere tutto attaccato ma con la «elle» maiuscola, e parlava pure la lingua del Paese dei suoi bisnonni, anche se per fare il ciclista professionista aveva scelto come residenza il Belgio, Courtrai, zona fiamminga dove si capta bene la Bbc, lingua inglese. Piaceva il suo sorriso salutistico, la sua attenzione somma al Tour e basta (quando è venuto al Giro d'Italia ha sempre fatto allenamento e niente più). Ha firmato in Francia e negli Usa contratti faraonici: con una produzione di alimenti dietetici legata a Bernard Tapie, con una marca di infusi vegetali, con la più grande catena americana di «fast food» alla messicana. Ha avuto i primi compensi miliardari nella storia del ciclismo. Sempre badando a recitare la parte, peraltro per lui facile e naturale, del bravo figliolone, con al seguito la moglie bruttina e simpa¬ tica, dall'aria professorale, al Tour sempre col pancione in attesa di un nuovo figlio, e scortata dai genitori suoi e da quelli di Greg. Campione a suo modo picaresco, pur se rigidamente programmato (dal padre) per lo sport sin da quando era bambino. Capace di apparire avventuroso, improvvisatore anche e specialmente quando recitava. Tutto sommato leale. Coraggioso però solo quando non poteva fare a meno di esserlo: più nella volata mondiale del 1988, a Grenoble in pieno uragano, pochi centimetri sul sovietico Konishev, che nelle discese delle Alpi e dei Pirenei. Nell'ultimo Tour si era ritirato alla sesta tappa, ogni giorno perdeva minuti. Forse lui sapeva già che il piombo dei pallini da caccia lo stava «lavorando» dentro. Quei pallini di quando venne scambiato per un coniglio, lui che ha avuto il coraggio di fare l'americano blasfemo (contro Hinault, contro Fignon) in Francia, e il francese «fou pour le vélo» in America. Gian Paolo Ormezzano "J^SSSS e tre Tour SS e Tour Nella foto grande Greg LeMond. Sopra, la moglie e a fianco Bernard Hinault

Persone citate: Bernard Hinault, Bernard Tapie, Fignon, Francia Bernard Hinault, Greg Lemond, Hinault, Konishev