«Innocenti per la strage di Bologna» di Giovanni Bianconi

«Innocenti per la strage di Bologna» Ma l'associazione dei familiari replica: alla loro lettera ha già risposto la magistratura con la sentenza di condanna «Innocenti per la strage di Bologna» Giusva e Mambro scrivono ai parenti delle vittime UNA FERITA APERTA DA 14 ANNI IROMA condannati di Bologna, 14 anni dopo la strage alla stazione, provano a dialogare con le vittime ancora vive, i familiari di quegli 85 morti dilaniati dalla bomba esplosa il 2 agosto 1980. Dal carcere romano di Rebibbia, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro scrivono: «Siamo innocenti, e nulla ci muove se non questa verità, per voi contraddittoria e inaccettabile dopo tanti anni di attesa, ma per noi l'unica di cui siamo a conoscenza e per la quale non abbiamo mai voluto ingannare i giudici e prestarci a nessun utile baratto... Non siamo noi gli "angeli sterminatori", e avremmo dato la nostra vita per fermare quell'orrore: la nostra coscienza e il carcere a vita ne sono testimoni... Noi non portiamo la responsabilità di quella storia stragista, rispondiamo per altro». Parole che però sembrano non trovare ascolto. «Alla lettera degli stragisti Mambro e Fioravanti ha risposto la magistratura con la sentenza del 16 maggio 1994», dice il laconico comunicato di risposta dell'Associazione familiari delle vittime. Una reazione forse prevista dagli stessi ex terroristi neri, che scrivono: «Se volete maledirci non ci sottrarremo nemmeno a questo, ma nella ricerca della verità e della giustizia per i vostri cari nessuno più di noi vuole essere ed è dalla vostra parte». Il presidente dell'Associazione familiari, Torquato Secci, padre di un ragazzo morto nella strage di 14 anni fa, ha sempre sostenuto che Fioravanti e Mambro «sicuramente conoscono la verità, se sono innocenti come dicono di essere la raccontino al tribunale di Bologna». Sembrano rispondere a lui, i due neofascisti d'un tempo, quando affermano: «Se ci fosse stato e ci fosse oggi un solo elemento a nostra conoscenza per condurre gli inquirenti alla verità ed individuare i responsabili di una simile infamia, noi l'avremmo reso pub¬ blico, e senza chiedere nulla in cambio». Oggi a Bologna ci saranno le manifestazioni per ricordare la strage, i primi messaggi di solidarietà, tra cui quello del presidente del Senato Scognamiglio, sono già arrivati. Una quindicina di cantanti tra i quali Francesco Guccini e Lucio Dalla hanno messo insieme alcune canzoni in un compact disc che si intitolerà «Per non dimenti¬ care». Per la prima volta, tra le voci dell'anniversario, ci sono anche quelle dei due fondatori dei Nar condannati a svariati ergastoli per una lunga catena di delitti che non hanno mai negato. E mentre Fioravanti stava uscendo di scena dalle altre inchieste in cui era stato indicato come «braccio armato» di qualche potere occulto, quelle per gli omicidi Pecorelli e Mattarella, a maggio è arrivata la condanna per la strage del 2 agosto 1980: una colpa che lui e sua moglie hanno sempre respinto. «La nostra sofferenza - scrivono - è ben poca cosa davanti al vostro dolore. Vorremmo rendervi visibile la nostra estraneità morale ancor prima della responsabilità materiale». Anche il cappellano del carcere di Rebibbia, don Sandro Spriano, chiede di poter parlare con i familiari delle vittime: «Mi piacerebbe raccontare a queste persone come vivono, in che cosa credono e quale cammino hanno fatto Valerio e Francesca in tutti questi anni. Qualunque bluff non potrebbe reggere, prima o poi verrebbe fuori». Presso l'Arci è nato il comitato «E se fossero innocenti?», tenuto in vita, fra gli altri, da ex terroriste e terroristi rossi. Tra le ultime adesioni all'appello per «lo stato di diritto e la verità sulla strage di Bologna» ci sono quelle di Valerio Morucci e Adriano Sofri, e ancora padre Adolfo Bachelet, don Luigi Di Liegro e il vescovo ausiliare di Roma Salvatore Boccaccio, parlamentari di tutti gli schieramenti. E' il solito processo per strage con l'altalena di ergastoli e assoluzioni, quello per la bomba del 2 agosto '80. Mambro e Fioravanti furono condannati in primo grado, assolti in appello, la Cassazione annullò quel verdetto che ha portato alla nuova condanna. Ma nel frattempo dal processo sono scomparsi i mandanti, e così restano quegli ergastoli (ce n'è uno, come esecutore, anche per Sergio Picciafuoco) che spiegano ancora troppo poco, tanto che il segretario del pds Massimo D'Alema, nel suo messaggio per l'anniversario, dice che c'è «la necessità di portare alla luce i reali mandanti di quell'eccidio». Giovanni Bianconi Anche un disco con Dalla e Guccini «per non dimenticare» A sinistra, immagine della strage di Bologna, avvenuta 14 anni fa. A destra, Giusva Fioravanti, accusato di essere uno dei mandanti dell'eccidio

Luoghi citati: Bologna, Giusva, Roma