«Pugno di ferro contro gli stupri»

Polemica perché Forza Italia, partisti e progressisti non hanno presentato un unico piano Polemica perché Forza Italia, partisti e progressisti non hanno presentato un unico piano «Pugno di ferro contro gli stupri» Condanne più severe in tre proposte di legge ROMA. Nuova legislatura, nuovi disegni di legge sulla violenza sessuale. Una meta, quella di una legge severa che riconosca allo stupro la gravità di reato contro la persona, che le donne cercano di raggiungere da anni senza successo. Venti anni fa la prima proposta di legge arenatasi sulle secche degli scontri parlamentari, dove ora sono approdati tre nuovi disegni di legge. Uno di Forza Italia, presentata ieri da Tina Lagostena Bassi, Tiziana Parenti e Cristina Matranga, uno dal patto Segni, depositato oggi alla Camera da Carla Mazzuca, uno dai progressisti preparato da Telefono Rosa e da Giovanna Melandri. Le donne si dividono sotto le bandiere dei partiti per una battaglia che invece le dovrebbe unire. «Non è colpa nostra», si difende la Lagostena Bassi. «Noi volevamo essere unite, ma i progressisti e Telefono rosa hanno voluto fare per conto loro». «Non è vero - risponde Giuliana Dal Pozzo presidente di Telefono Rosa noi non abbiamo rifiutato nessuna collaborazione. E la nostra proposta è priva di matrice politica, cerchiamo l'accordo». I tre disegni di legge si assomigliano, con poche differenze. Tutti chiedono che il reato di violenza sessuale venga considerato un reato contro la persona e non più contro la morale ed il buon costume. Tutti chiedono un inasprimento delle pene (il disegno di legge del Patto Segni chiede addirittura l'ergastolo per le violenze compiute su minori di dieci anni). Ma quando si inizia a parlare della necessità della procedibilità d'ufficio contro gli stupratori, richiesta da Forza Italia, l'accordo cade. Carla Mazzuca, del ppi, ritiene che nel caso la violenza si consumi tra le mura domestiche, tra marito e moglie, sia necessario escludere la procedura d'ufficio e mantenere la querela di parte. «L'esperienza insegna - spiega la Mazzuca - che a volte le fratture familiari causate da una violenza poi si ricompongono. In questi casi la procedura d'ufficio agirebbe come un bulldozer sulla famiglia senza la possibilità di fermarlo». Telefono Rosa invece insiste sulla querela di parte sempre per «lasciare alla donna la decisione se intraprendere o no la via del processo. Portare le vittime di uno stupro a forza in un aula di Tribunale è un altra violenza». Nei disegni di legge vengono distinte dallo stupro le molestie sessuali. «Naturalmente - spiega la Lagostena Bassi - il bacio, la toccatina, il gesto poco cortese, le avances insistenti non possono essere considerati atti sessuali violenti e dunque verranno giudicate molestie punibili con l'arresto fino a sei mesi e con l'ammenda sino a un milione. Aggravanti sono previste quando i comportamenti molesti siano praticati sul posto di lavoro da una persona gerarchicamente superiore. Le pene verranno ulteriormente aumentate quando alla molestia si accompagni un ricatto relativo all'accesso al lavoro e alla progressione di carriera. «Abbiamo poi considerato un reato a se stante - continua la Lagostena Bassi - la violenza di gruppo, indice di una cultura diversa, diffusa nel nostro Paese che riteniamo corretto trattare a parte». Per i minorenni, argomento molto discusso nelle passare legislature, il disegno di legge di Forza Italia prevede una distinzione: sino a 13 anni la violenza è presunta come adesso. Dai tredici ai sedici anni, invece, sarà il magistrato a stabilire se ci sia stato o no il consenso. E sarà sempre il magistrato a stabilire se vi sia stata violenza nei confronti di un handicappato. ((Abbiamo voluto ha commentato Tiziana Parenti difendere e riconoscere la sessualità degli handicappati per i quali oggi la violenza è sempre presunta. Anche loro invece hanno desideri, sentimenti, bisogno di legami affettivi». Le pene previste dal disegno di legge presentato ieri vanno da un minimo di quattro anni a un massimo di tredici con aggravanti e pene accessorie se il reato è commesso da un familiare. Il colpevole in questo caso potrà essere allontanato per sempre dalla casa. Attenuanti, invece, ci saranno per lo stupratore che si sottoponga volontariamente ad analisi cliniche che possano arginare o prevenire il rischio di malattie. Adesso i tre disegni di legge dovranno affrontare l'iter parlamentare. Sia Forza Italia, sia il patto Segni, sia i progressisti si dicono disposti a discutere e a trattare purché la legge sia varata. «Speriamo solo - dice Giuliana Dal Pozzo - che il passato non si ripeta e che tante voci non diano luogo solo ad un grande silenzio». Maria Cerbi Da sinistra le parlamentari Tina Lagostena Bassi e Giovanna Melandri

Luoghi citati: Roma