Viale Mazzini, il nuovo vertice corteggia Curzi di Enrico Mentana
Viale Mazzini, il nuovo vertice corteggia Curai Valzer di nomi sui prossimi direttori dei telegiornali, Carlo Rossella o Vittorio Feltri al Tgl Viale Mazzini, il nuovo vertice corteggia Curai Forse gran ritorno alla direzione di Rai3 al posto di Guglielmi ROMA. Il «golpe d'agosto». I gorbacioviani di Saxa Rubra già lo chiamano così. E' che sta arrivando la «Rai delle libertà»: cambiano i direttori, tutti, e cambiano in fretta, entro la fino del mese, salvo guerriglie sempre possibili dentro la maggioranza. Che ha almeno tre ottimi motivi per accelerare: 1. a Ferragosto le Camere sono chiuse: pronunciate da un ombrellone, le reazioni sdegnate di D'Alema & Co. faranno meno male; 2. metà dei giornalisti sarà in ferie: complicato organizzare la protesta (con questo caldo, poi); 3. la nuova stagione televisiva - pianificata dai vecchi Prof - parte lunedì 3 ottobre con certe pietanzine antigovernative da non dire: la linea-notte di Raiuno affidata a un team di pericolosi progressisti (LìHì Gruber-Giulio Borrelli), il faccione di Minoli tutte le sere sul Due. Se nominati subito, i nuovi direttori possono affogare senza troppo clamore i programmi sgraditi. Insediandosi a settembre, invece, dovrebbero agire con il treno in corsa, sollevando polvere e strilli. A Camere riaperte e redazioni ri-compattate. Fare presto, allora. Lo chiede An, lo spera Forza Italia. La Lega nicchia, come sempre, pronta a sgambettare i candidati troppo berlusconiani e badando a rimediare qualche seggiolina importante. Che poi magari è un seggiolone: i consiglieri Rai stanno pensando di affidare a un amico della Lega il padre di tutti i telegiornali: il Tg 1. Favorito il vicedirettore di Panorama Carlo Rossella. L'alternativa è Vittorio Feltri, che l'intera maggioranza vuole traghettare dal Giornale alla Rai: Bossi e Fini perché lo considerano un berlusconiano indipendente e Berlusconi per lo stesso motivo (nel quotidiano di famiglia il Presidente prefe¬ rirebbe un fedele di stretta osservanza come Arturo Diaconale). Ma prima di procedere con il «gossip» sulle poltrone, un po' d'ordine nel calendario. La prima mossa spetta all'Iri, che a giorni formalizzerà la nomina del nuovo direttore generale Gianni Billia, non senza qualche mugugno per la fretta dei consiglieri Rai nell'annunciarla. Subito dopo si procederà all'incoronazione del direttore editoriale, una figura non lontano da quel «superdirettore» invocato a suo tempo dagli uomini del Caf. Favoriti: Arrigo Petacco o Bruno Vespa. Fatta questa mossa, le altre seguiranno quasi per inerzia, con la volontà di non sforare la fine del mese. Raiuno: Vespa o Feltri (in calo Baudo, inesistente Angelini). Tgl: Rossella o Feltri. Raidue: Oliviero Beha, Piero Vigorelli o Carlo Brienza, già portavoce del presidente Pc- dullà. Tg2: ancora Feltri o Severi, vicedirettore progressista del Tgl. Raitre: il ritorno di Sandro Curzi, ma al posto di Guglielmi, un tributo necessario per piantare la bandiera del governo su Telekabul: il tg rosso finirebbe infatti a uno dei vice di Mentana: Clemente Mimun. Per l'ambitissima testata regionale, che gestirà il nuovo talk-show serale di Raitre, partita aperta fra Enrico Messina, Angela Buttiglione e ancora Vigorelli. La radiofonia tornerà all'antico, sdoppiando il Giornale Radio: uno a Massimo Magliaro di An e l'altro al progressista Giancarlo Santalmassi. Complicazioni eventuali: c'è da sistemare Pialuisa Bianco. Minoli cerca di restare al Due. Curzi accetta il Tre solo se gli ridanno «Milano, Italia» e «Samarcanda». E all'ultima curva sul traguardo del Tgl potrebbe piombare uno sprinter con i ricci: Enrico Mentana, [m. g.]
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