Terrìbile vendetta dei fiumi snaturati
LAGO P'ARAL, SALE E DUNE LAGO P'ARAL, SALE E DUNE Terrìbile vendetta dei fiumi snaturati NEGLI Anni 60 i pianificatori sovietici vararono un faraonico piano per irrigare le steppe dell'Uzbekistan con le acque dei fiumi Amu Dar'ya e Sir Dar'ya. In questo modo condannarono a morte il lago Arai, sesta superficie idrica interna della Terra. Oggi, al posto delle acque verde-azzurro, un tempo pescosissime, avanzano le dune. Se non si troverà rapidamente un rimedio, il lago scomparirà. Prima del progetto di irrigazione, l'Arai si stendeva per 66.100 chilometri quadrati, conteneva 1064 chilometri cubi d'acqua, la salinità era appena di dieci grammi per litro. I due principali affluenti, alimentati dai monti del Pamir, gli portavano ogni anno cinquanta chilometri cubi d'acqua. Oggi la terra coltivata nel bacino dell'Arai è passata da 3 milioni a 7,5 milioni di ettari; il 90 per cento del cotone dell'ex Unione Sovietica, il 40 per cento del riso, il 25 per ento degli ortaggi, il 32 per cento della frutta e dell'uva sono prodotti dalla steppa uzbeka trasformata dall'acqua. Ma a quale prezzo? Dall'inizio degli Anni 70, il Sir Dar'ya ha smesso di alimentare il lago (salvo una parziale ripresa negli anni 1974-1975 particolarmente piovosi) e nell'86 si è inaridito anche l'Amu Dar'ya. A causa dell'evaporazione, il livello del lago si è abbassato di oltre tredici metri. Poiché l'Arai è poco profondo, l'abbassamento del livello dell'acqua ha scoperto il fondo sabbioso per decine di chilometri lungo tutto il perimetro, tanto che numerosi centri abitati, un tempo porti di pesca con impattanti industrie conserviere; sono oggi lontanissimi dalHaicquai.i'H..r Si calcola che già alla fine del secolo la superficie sarà ridotta all'otto per cento di quella del '60 e che la salinità raggiungerà i 140 grammi per litro, uccidendo qualsiasi forma di vita. Le immagini riprese dai satelliti e le osservazioni fatte da astronauti russi e americani ci mostrano come periodiche tempeste sollevino dalla parte prosciugata del lago nubi di sabbia e polvere frammiste a sale (oltre quaranta milioni di tonnellate l'anno) che sono depositate sui campi coltivati a centinaia di chilometri di distanza. L'irrigazione stessa, fatta con una tecnica approssimativa che provoca la dispersione del 60 per cento dell'acqua prima che arrivi a destinazio¬ ne, minaccia di creare il deserto proprio là dove aveva consentito di sostituire i campi alla steppa. E' infatti in corso un rapido processo di salinizzazione del suolo che si lascia dietro terreni divenuti a mano a mano incoltivabili. La tecnica dell'allagamento dilava i campi caricandosi di fertilizzanti, diserbanti e insetticidi che finiscono nei canali di scolo e di qui nei fiumi ridotti a miseri rivoli inquinati, oppure nelle depressioni naturali dove la forte evaporazione provoca il deposito dei sali minerali e dei metalli di cui le acque sono sature, creando estesi depositi velenosi. L'effetto di questo sconvolgimento ecologico è stato drammatico anche sulle scarse zone umide di una regione che nel complesso già era una delle più aride della Terra. Gli oltre cinquanta laghi del delta dell'Amu Dar'ya si stanno prosciugando, i canneti e gli acquitrini che li circondano, estesi un tempo per 550 mila ettari, si sono ridotti a poco più di ventimila e stanno morendo. La stessa sorte stanno subendo le esigue foreste che fiancheggiavano i due grandi fiumi. Giacomo Puccini a caccia sul lago di M assaciuccoli Delle 178 specie animali che vivevano «ella regione, ne sono rimaste appena 38. Praticamente distrutta la fiorente attività di pesca, che dava cinquantamila tonnellate di pesce e da vivere a cinquantamila persone. Davanti al disastro ormai evidente provocato da una pianificazione assurda, a un certo punto si è fatta strada un'ipotesi di «salvataggio» dalle proporzioni distruttive forse ancora maggiori: deviare verso l'Arai morente le acque del fiume Irtysh, che nasce dai monti Aitai e che scorre verso il Mar Glaciale Artico unendosi all'Ob. D'altra parte, rinunciare alle acque dell'Amu Dar'ya e del Sir Dar'ya significherebbe togliere la linfa vitale alle coltivazioni e condannare a una inevitabile decadenza fattorie, industrie di trasformazione e i centri abitati sorti negli ultimi decenni, insieme con lo sviluppo della coltivazione del cotone e degli ortaggi. Una decisione su questo o su altri progetti per l'Arai comporta in ogni caso rischi enormi: l'uomo, come un apprendista stregone, non sa più che fare davanti alle forze distruttive che lui stesso ha scatenato. Vittorio Ravizza
Persone citate: Giacomo Puccini, Vittorio Ravizza
Luoghi citati: Lago, Sale, Unione Sovietica, Uzbekistan
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