L' arma di Bettino, un notaio
I/arma di Bettino, un notaio I/arma di Bettino, un notaio «E' un golpe, gli ho dato le prove» A destra: il «maestro venerabile» della Loggia P2 Licio Gelli ato la sentenza nendone il deposito in busta chiusa presso un notaio...». Sono stato mandato al macello, dice insomma l'ex leader del garofano, naturalmente per ragioni politiche. «Non protesto per l'ingiustizia continua - perché la giustizia con quest'affare non ha niente a che vedere. Si trattava di una accusa assurda e costruita di sana pianta su di un episodio politico prescritto ed amnistiato di quattordici anni fa, ai fini di una sentenza già preordinata. Il tutto attraverso un processo irregolare, condotto a tempo di record, che ha travolto i diritti fondamentali della difesa». Poi il solito accenno al «golpe» che i magistrati starebbero portando a compimento in Italia. «La "rivoluzione" segue le sue leggi che non sono sempre quelle del diritto - conclude Craxi -. Siamo di fronte ad un ennesimo atto di violenza e di abuso del potere giudiziario che s'inserisce nel corso golpista che per tanti aspetti è in atto che tanti vedono continuando a tacere e le cui conseguenze risulteranno alla fine disastrose per il Paese. Per quanto mi riguarda, continuerò a difendermi ricorrendo di fronte a corti italiane e a corti internazionali. Certo non intendo piegarmi di fronte ad una giustizia politica, faziosa e persecutoria». Lunga e ricca di colpi di scena la replica di Craxi. Secca e lapidaria quella di Martelli, anche lui condannato a 8 anni e sei mesi. L'accusa, per l'ex «principe» del psi, aveva chiesto 10 anni. Uno in meno rispetto al «re», che insistendo nel suo esilio africano aveva di fatto ripudiato la giustizia italiana. «Per la prima volta nella storia giudiziaria - sibila Mar¬ Ma il leader radicale lo h telli - la parola di Gelli, condannato per calunnia, imputato di strage e di collusione con la mafia, è stata assunta come prova regina in un processo sommario, avvelenato e grottesco che si conclude con una sentenza scandalosa». Anche l'ex maestro venerabile, dall'ormai celebre Villa Vanda, non si fa pregare per sparare a zero sui magistrati. «Sono elementi che se non potessero sfogare tutta la loro frustrazione sarebbero dei disoccupati - attacca -. Il mio avvocato ha pianto per lo scempio che questi giudici hanno fatto del diritto». Gelli, condannato a sei anni e mezzo, è stato raggiunto al telefono da un'agenzia di stampa intorno all'ora di cena. «Io continuo a cenare sereno e tranquillo - ha risposto -, ma questi che continuamente oltraggiano il codice con le loro sentenze campate sui teoremi e non sulle prove dei fatti, credo che mangeranno male, anzi malissimo. Fino a che in Italia avremo questa magistratura non c'è nulla da fare: triste chi ci capita sotto». [r. i.] a poi criticato sul cond
Persone citate: Craxi, Gelli, Licio Gelli
Luoghi citati: Italia
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