Pascale verso il vertice Stet di Roberto Ippolito

8 GIUGNO Nel cassetto una fusione con Telecom ROMA. E' il giorno del ritomo a casa. Alle 11 di ieri, Michele Tedeschi varca il portone di via Veneto. Mette di nuovo piede nella sede dell'Iri come presidente (dopo essere stato fino a quattordici mesi fa amministratore delegato, incarico poi ricoperto alla Stet, la ricca finanziaria delle telecomunicazioni del gruppo). Tedeschi sale al primo piano, entra nella stanza di Enrico Micheli, confermato direttore generale e un tempo suo braccio destro. E' la prima presa di contatto non ufficiale con la struttura. Tedeschi e Micheli passano in rassegna i mille problemi dell'Iri. E si lasciano pensando alle scadenze che incombono. Lunedì prossimo si riunirà per la prima volta il nuovo consiglio di amministra¬ zione, che sarà presieduto dal successore di Romano Prodi e composto da Mario Draghi, Diego Della Valle, Pietro Gnudi, Roberto Tana, Giuseppe Urciuoli e Enrico Zanelli. Nella seduta di insediamento, saranno sbrigate alcune formalità. E potrebbero essere discusse due questioni delicate: quasi sicuramente si designerà il direttore generale della Rai e non si esclude l'eventuale scelta del nuovo amministratore delegato della Stet, che prenderà il posto lasciato libero da Tedeschi. Due nomine attendono quindi al varo il presidente neonominato dal ministro del Tesoro Lamberto Dini. E c'è chi aspetta fiducioso di ottenere gli incarichi da assegnare. Gianni Billia, segretario gene¬ rale delle finanze, si chiede se sarà confermata l'indicazione a suo favore già data dal consiglio di amministrazione Rai. Ernesto Pascale, presidente della Telecom Italia (la maggiore controllata Stet che unifica la Sip e gli altri gestori dei telefoni) appare pronto a fare un nuovo salto in su. Rai e Stet sono quindi le due patate bollenti di Tedeschi. Si tratta di società strategiche; il governo di Silvio Berlusconi le guarda con attenzione. In particolare l'azienda radiotelevisiva è oggetto di tante premure. Berlusconi non avrebbe gradito che il consiglio Rai presieduto da Letizia Moratti avesse indicato Billia senza alcuna consultazione mentre la nomina spetta all'Iri di cui è azionista il Tesoro. Affiorano poi timori per Pascale verso il vertice Stet i passati legami di Billia. Qualcuno nel governo dice che le sue possibilità di successo sono al 50%. Ma c'è anche chi sostiene che non è facile cancellare una scelta autonoma dalla Rai (anche se presa al di là delle competenze). Proprio per questo, Billia può farcela lunedì. Ci sarebbe poco tempo invece per chiudere lo stesso giorno la partita Stet. Pascale sembra l'uomo forte delle telecomunicazioni: alla Telecom è arrivato dopo aver guidato nell'ordine Italcable e Sip. Appare in grado di battere i papabili di cui si parla: lo stesso Micheli, Franco Simeoni (Iri) e Umberto Silvestri (Tecnitel). Un tempo gradito alla de e oggi ben visto dal governo, Pascale sarebbe una specie di pigliatutto: chi comanda alla Stet governa la Telecom. Difficilmente Pascale potrebbe però conservare due poltrone. Altrimenti sarebbe a capo contemporaneamente della società controllante e di quella controllata. Questo problema esclude anche un interim per lo stesso Tedeschi (ipotesi circolata ieri): Tedeschi si troverebbe a capo della controllante (Iri) e della controllata (Stet). Si discute invece l'eventuale fusione Stet-Telecom. Dini starebbe valutando prò e contro, il ministro del bilancio Giancarlo Pagliarini sarebbe favorevole. L'idea nasce dalla constatazione che la fusione delle società telefoniche ha tolto alla Stet buona parte del potere di coordinamento. L'ulteriore concentrazione (con l'eventuale scorporo di Italtel, Sirti e Finsiel dalla Stet) semplificherebbe la gestione. L'Iri rafforzerebbe il ruolo di guida fino alla privatizzazione della Stet. Ma si tratta di verificare i tempi tecnici dell'operazione: Tedeschi sembra spingere per la vendita. Roberto Ippolito

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