Psicosi da bomba, New York blindata di Franco Pantarelli

Migliaia di poliziotti presidiano Onu e sedi ebraiche, via i tari dal Palazzo di Vetro Migliaia di poliziotti presidiano Onu e sedi ebraiche, via i tari dal Palazzo di Vetro Psicosi da bomba, New York blindata L'Fbi: gli islamici colpiranno NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Il terrorismo potrebbe colpire New York da un momento all'altro. La segnalazione arriva dall'Fbi e da mercoledì sera la città è in una specie di stato d'assedio. Attorno alla rappresentanza israeliana all'Onu sono state messe transenne di cemento, lo stesso è avvenuto al consolato e gli altri possibili obiettivi, come le sinagoghe e gli uffici della El Al, sia in città che all'aeroporto Kennedy, sono pesantemente sorvegliati. Ma i poliziotti sono stati sguinzagliati un po' dovunque, nel timore che i terroristi non si limitino ai soli obiettivi israeliani. Per esempio anche la rappresentanza americana alle Nazioni Unite, sulla First Avenue, ieri risultava sorvegliatissima. Anche sul marciapiede di fronte, al Palazzo di Vetro, i con- traili erano stati intensificati. I taxi non potevano accedere nel piazzale dell'Orni e le macchine dei diplomatici venivano identificate una a una, con molta più pignoleria del solito. La segnalazione, si diceva, è arrivata mercoledì sera. Un informatore dell'Fbi, si è saputo, ha indicato che «un'auto-bomba potrebbe esplodere a Manhattan nelle prossime 72 ore». Non si sa niente altro di preciso, naturalmente, ma il fatto che l'allarme sia subito scattato dimostra che le autorità considerano la propria fonte estremamente attendibile. Sembra infatti che la matrice sia la stessa dell'attentato di un anno e mezzo fa contro il World Trade Center, le famose «torri gemello» dove un'autobomba fatta esplodere nel garage sotterraneo provocò una densissima nuvola di fumo che in un attimo attraversò uno dei due grattacieli, investì le centinaia di uffici che vi sono, uccise 6 persone e ne mandò circa un migliaio all'ospedale. Gli autori di quell'attentato sono già stati processati e condannati, ma dopo quell'esperienza - che in pratica ha segnato l'ingresso formale di New York, fino ad allora esente, nel novero delle città teatro di attentati - le autorità di qui hanno deciso di agire con più determinazione, riempiendo di «infiltrati» gli ambienti in cui gesti simili possono maturare. E l'ambiente da cui la segnalazio- ne di mercoledì è arrivata sembra appunto che sia lo stesso degli attentatori del World Trade Center. C'è gente infatti che nonostante sia uscita «pulita» dal processo continua ad essere considerata un potenziale nemico. La mobilitazione all'esterno si è ripercossa anche all'interno del palazzo dell'Onu, dove proprio ieri è arrivato il ministro degli Esteri argentino, Guido di Telia, a riferire al Consiglio di Sicurezza sull'attentato al centro ebraico di Buenos Aires. Il rappresentante israeliano Gad Yaacobi ha chiesto una «guerra senza quartiere» contro i terroristi e ha esplicitamente accusato il governo dell'Iran. Ma il rappresentante di Teheran, Kamal Kharrazi, ha detto che «non c'è uno straccio di prova». Franco Pantarelli Il sindaco Rudolph Giuliani

Persone citate: Gad Yaacobi, Kamal Kharrazi, Kennedy, Rudolph Giuliani

Luoghi citati: Buenos Aires, Iran, Manhattan, New York, Teheran