Fumatori, la rivincita affidata ai fumetti di Guido Tiberga
Riccione mette in mostra quattrocento personaggi delle strisce schiavi della sigaretta Riccione mette in mostra quattrocento personaggi delle strisce schiavi della sigaretta Fumatori, la rivincita affidata ai fumetti Gli organizzatori: gli eroi delle tavole riflettono il mondo reale, vizi compresi NICOTINA NELLE STOI DEI PICCOLI OUATTROCENTO dei nostri eroi di bambini: il commissario Basettoni, Manetta, Lucky Luke, Cocco Bill, Braccio di Ferro. Ma anche Corto Maltese o Li l'Abner, eroi di chi bambino lo è ancora per scelta, se non per età. Quattrocento personaggi, tutti rigorosamente con la sigaretta, la pipa, il sigaro (o magari il calumet della pace) accesi e ben stretti tra le labbra. E' l'ultima iniziativa dell'Associazione Fumatori, l'organizzazione che predica la «pacifica convivenza» tra chi fuma e chi non vuole farsi affumicare. Al Palazzo del Turismo di Riccione, nell'ambito della mostra ((Art & tabac», va in scena da oggi «Fumo e fumetti», parata di eroi di cartone legati in qualche modo al mondo - piacevole e velenoso - del tabacco. «Non è una celebrazione del vizio - frena Ferruccio Giromini, fumatore pentito e curatore della mostra -, è una ricerca culturale: i fumetti sono nati per raccontare il mondo, e allora perché non dovrebbero raccontare anche il mondo, un po' rilassante un po' vizioso, della sigaretta? Ho riletto migliaia di fumetti, ho trovato gli episodi in cui i protagonisti fumano, e li ho catalogati: i detective, le donne, i cattivi, i cowboy. Tutti fumatori, ma tutti diversi: per il modo di fumare, e per il tipo di fumo». Storie disegnate e tabacco, d'altra parte, sono parenti stretti. «In America i fumetti si chiamano "comics" - spiega Giromini -. Quando arrivarono in Italia, agli inizi del secolo, qualche strampalato timore pedagogico portò gli editori ad eliminare i dialoghi, per riassumerli in alcune strofette in rima baciata pubblicate sotto le vignette. Quella forma di espressione immediata, che usciva direttamente dalla bocca dei personaggi come una nuvoletta di fumo, sembrava troppo plebea. Ai bambini di buona famiglia, gli unici che leggevano, si preferiva consegnare un prodotto più raffinato. Di qui l'immediato disprezzo per quei "fumetti", come vennero subito definiti con derisione. La battaglia durò addirittura vent'anni, poi i "balloons" tornarono nella loro forma originaria. La parola, ormai, era rimasta. E da allora, in Italia, i comics si sono sempre chiamati fumetti». Trovare 400 eroi con la siga- retta accesa non deve essere stato facile: nelle storie di oggi, infatti, fumano soltanto i cattivi, gli investigatori scoppiati o le donnine perdute. Reg Smythe, l'autore di Andy Capp, ha annunciato al mondo che il suo eroe non avrebbe fumato mai più: «Io ho dovuto smettere, e allora che la pianti anche lui». Lucky Luke, il buffo cowboy che chi ha superato i 30 anni ricorderà sulle pagine del Corriere dei Piccoli: allora aveva sempre una sigaretta in bocca, adesso gira tenendo tra i denti un innocuo fiorellino. «In effetti la maggioranza delle vignette esposte appartiene dal passato - ammette Giro- mini -. Oggi le campagne antifumo non hanno risparmiato neppure i fumetti. Prendiamo il mondo Disney: persino Gamba dilegno, che in passato non lasciava mai il suo Avana, è stato costretto a redimersi. Una normativa interna imponeva ai disegnatori di non farlo fumare mai. Per qualche tempo si è tro¬ vato un compromesso: il sigaro poteva esserci, ma spento e lontano dalla bocca. Adesso il fumo è sparito del tutto». Povero «Gamba»: è vero che Topolino continua a mandarlo in prigione, ma adesso, almeno, starà meglio di salute. Guido Tiberga Fra i protagonisti della rassegna alcuni fra i volti più amati come Braccio di Ferro e Corto Maltese
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