«Sporco sindacalista» Pugni e calci dai colleghi
«Sporco sindacalista» Pugni e calci dai colleghi Bari, operaio iscritto alla Cgil aggredito e licenziato «Sporco sindacalista» Pugni e calci dai colleghi BARI. Colpevole di essersi iscritto al sindacato, un operaio è stato picchiato sul posto di lavoro, una segheria di Adelfia, e poi licenziato in tronco. Quattro suoi colleghi, presa la tessera della FilleaCgil, l'avevano lasciata cedendo alle minacce. Lui, Felice Loiacono, 39 anni, aveva invece resistito guadagnandosi i galloni di rappresentante sindacale aziendale. Evidentemente, una mossa sbagliata. «Ti metto sotto e ti ammazzo», gli aveva promesso, dall'alto di un carrello elevatore, un collega. Martedì pomeriggio, intorno alle 17, un paio d'ore prima di tornare a casa, Loiacono è stato aggredito in fabbrica. Il racconto di questa vicenda è in esposto che il suo avvocato, Ettore Sbarra, presenterà stamane alla magistratura. Leggiamone il contenuto. L'operaio è stato aggredito dal guardiano, Antonio Abbinante, colpito con calci e pugni e lasciato per terra, semisvenuto. Quando si è ripreso, ha raggiunto da solo l'ospedale «Di Venere». Al pronto soccorso lo hanno medicato. Lividi dappertutto. Cinque giorni di guarigione. Leonardo Giuliano, il titolare della segheria «Fratelli Giuliano», gliel'aveva giurata. Non sopportava l'idea che cinque suoi dipendenti, abbandonando le tradizioni aziendali, si votassero al sindacato. Li aveva invitati a mollare e a rientrare nei ranghi. Quattro di loro, fra i quali un extracomunitario, avevano avuto paura. Sottoscritta la tessera della Fillea-Cgil, l'avevano lasciata dopo un paio di giorni. Unico su un centinaio di dipendenti, Loiacono aveva deciso di non cedere sfidando uno sfavorevole clima aziendale. Ma in azienda non parlano. Il guardiano risponde al telefono con un secco «Non c'è nessuno, non so nulla, sono tornato al lavoro oggi. Loiacono? Non so, è un operaio». Ma lui, l'operaio, parla, per nulla intimidito. «So bene - dice - che sarà difficile dimostrare quel che mi hanno fatto. Mi hanno preparato uno scherzetto. Gli unici testimoni stanno col padrone. Ma io non ho paura, vado avanti. Il ragioniere della ditta mi aveva detto qualche tempo fa: 'Stai attento, smettila, sennò per strada, quando sei solo, ti fanno fuori'. Martedì il cugino del titolare mi ha spintonato. Pensavo scherzasse. Io dicevo: smettila, ci guarda il signor Giuliano. E lui niente, continuava. A un tratto il guardiano mi ha preso alle spalle e colpito con pugni e calci. Il commercialista guardava, masticava il chewinggum e, con il carrello elevatore, un altro copriva la scena affinché nessuno vedesse. Il titolare gridava: 'Dagliele'». Ieri pomeriggio, oltre agli attestati di solidarietà della Cgil, Felice Loiacono, scapolo, dopo sei anni di lavoro ha ricevuto a casa dei genitori un telegramma: «Mi hanno licenziato perché sono stato rissoso. Capisce? Ma io non mi fermo. A gennaio ho preso la tessera del sindacato e non l'ho lasciata neppure con le minacce. E neppure ora mollo. Vado avanti, costi quel che costi». Giuseppe Ruscigno, segretario provinciale della Fillea, conferma le minacce e l'aggressione. E aggiunge: «In queste aziende il lavoro illegale è intorno al 60%». Sandro Tarantino
Persone citate: Antonio Abbinante, Felice Loiacono, Fratelli Giuliano, Giuseppe Ruscigno, Leonardo Giuliano, Loiacono, Sandro Tarantino
Luoghi citati: Adelfia
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