Giovanni Paolo II ribadisce il suo no

Cronache Giovanni Paolo II ribadisce il suo no Il Papa: mai una donna potrà fare il prete «Gesù ha affidato il sacerdozio solo a persone di sesso maschile» CITTA' DEL VATICANO. La Chiesa è donna, il sacerdote (Cristo) è uomo; nel matrimonio la differenza dei sessi è fondamentale; ecco perché le donne nella Chiesa cattolica non potranno mai essere ordinate sacerdoti. Papa Wojtyla ieri ha spiegato le ragioni profonde del «no» costante e reiterato «alla rivendicazione da parte di alcune donne del sacerdozio ministeriale», che «è venuta affermandosi in tempi abbastanza recenti anche in ambito cattolico». Il Papa è contrario da sempre all'idea delle donne all'altare: «E' una rivendicazione che poggia in realtà su un presupposto non sostenibile: il ministero sacerdotale non è infatti una funzione a cui si acceda in base a criteri sociologici o a procedure giuridiche, ma solo in obbedienza alla volontà di Cristo». E non c'è dubbio che il Cristo abbia affidato il sacerdozio ministeriale solo a persone di sesso maschile. Anche se ha invitato alcune donne a seguirlo «non ha chiamato o ammesso alcuna di loro a far parte del gruppo» a cui avrebbe trasmesso l'Ordine. «La sua volontà appare dall'insieme del suo comportamento, oltre che da gesti significativi, che la tradizione cristiana ha interpretato costantemente come indicazioni da seguire». E per abbondanza di prova II Papa ha ricordato, durante l'udienza generale, che solo ai Dodici apostoli è stato conferito il potere - e la missione - «di rifare l'Eucarestia in suo nome»; il potere di rimettere i peccati e di intraprendere l'opera di evangelizzazione universale. I dodici erano tutti di sesso maschile. Gesù non ha mai mandato «le donne in missione di predicazione», e anche nel gruppo dei Settantadue «non viene menzionata nessuna presenza femminile». E non è vero, secondo Papa Wojtyla, che Gesù fosse vittima di una mentalità maschilista, quale era quella che certamente imperava nella Palestina del 1° Giovanni Paolo secolo. «Non si può contestare il valore permanente e normativo di questa pratica - ha risposto il Pontefice alle obiezioni, sollevate da studiosi e femministe - dicendo che la volontà manifestata da Cristo è dovuta alla mentalità vigente nell'epoca sua e ai pregiudizi allora e anche in seguito diffusi a detrimento della donna». Secondo il Papa, Gesù non si era mai conformato a una mentalità sfavorevole al sesso debole, anzi «ha reagito contro le ineguaglianze dovute alla differenza dei sessi». Per esempio, chiamando delle donne nel suo seguito. Quindi, se riservava il sacerdozio ai maschi, nella sua scelta «non vi era alcuna presa di posizione sfavorevole nei confronti delle donne». Ma qual è dunque il motivo centrale della scelta a favore degli uomini? Papa Wojtyla pensa che «lo si può scoprire nel fatto che il sacerdote rappresenta Cristo stesso nel suo rapporto con la Chiesa. Orbene, questo rapporto ricorda il Pontefice - è di carattere sponsale». In questo mistico matrimonio «Cristo è lo sposo, la Chiesa è la sposa. Perché il rapporto tra Cristo e Chiesa sia validamente espresso nell'ordine sacramentale, è quindi indispensabile che Cristo sia rappresentato da un uomo. La distinzione dei sessi è molto significativa in questo caso e e non può essere ignorata senza che sia intaccato il sacramento». Nei sacramenti, «la specificità del segno» è fondamentale; così «il battesimo si deve fare con l'acqua, che lava; non 10 si può fare con l'olio, che unge, benché l'olio sia più costoso dell'acqua». Il sesso, in questa logica, diventa un «segno», e «analogamente il sacramento dell'ordine si celebra con gli uomini, senza che questo ponga in questione 11 valore delle persone». E la donna non deve sentirsi «inferiore», perché non è stata privata di un diritto, e la sua «uguaglianza con l'uomo non è stata infranta». Marco Tosarti Giovanni Paolo II

Persone citate: Gesù, Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Papa Wojtyla

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Palestina