« Sei un sindaco borbonico »

Scontro a Milano sui «senza tetto» che il Comune ha sfrattato Scontro a Milano sui «senza tetto» che il Comune ha sfrattato « Sei un sindaco borbonico » // ministro Podestà attacca Formentini FORZA ITALIA CONTRO LEGA IMILANO L primo round, violento quanto basta, è finito alla pari. «Ne parlerò con il ministro Maroni, che oltre ad essere il ministro degli Interni è anche un mio carissimo amico», attacca Stefano Podestà, deputato milanese di Forza Italia e ministro dell'Università. «Ne parlerò con il presidente del Consiglio Berlusconi, anzi gli scrivo subito, quel Podestà deve imparare a farsi gli affari suoi, pensi al suo ministero piuttosto», risponde Marco Formentini. Il secondo sta per cominciare, la lettera è partita: «Caro Silvio, intervieni sul tuo ministro perché domini i propri impulsi caratteriali...». Cronaca del primo round. Alla periferia di Milano, via Rilke, il Comune ha sfrattato un bel gruppo di abusivi. Per evitare il solito ritorno a casa i vigili hanno provveduto a murare porte e finestre. C'è chi se n'è andato ad occupare abusivamente altrove e c'è chi è rimasto in strada, come le otto famiglie - venticinque adulti, otto bambini, due cani - di questo caso. Dal 2 giugno, data del fuori tutti!, Marco Cormio, presidente del consiglio di zona 13, ha messo a disposizione la sala riunioni. Dalle case occupate di via Rilke a Calcutta. Il Comune non transige: abusivi erano, abusivi sono, s'arrangino. Ma arriva Podestà. Professorone bocconiano, «ideologicamente molto vicino alla Lega», eletto proprio in quel collegio, decide di intervenire. «Impossibile che non esista una soluzione, andiamo a parlarne con il sindaco», è la sua proposta. «Benissimo, sapesse da quanto tempo ci proviamo noi» s'accodano i venticinque più bambini e due cani. Appuntamento per l'altra mattina, alle nove e mezzo davanti a Palazzo Marino. Il ministro arriva in taxi. «C'è il sindaco?». No. Anzi, scoprirà più tardi, c'è e non ne vuol sapere: trattasi di abusivi. C'è però il vicesindaco Giorgio Malagoli, va bene? «E va be'...». Ma non va bene neppure con il vicesindaco. «Per noi il problema delle famiglie non esiste più. La situazione è stata esaminata più volte e lo sfratto è confermato», è la risposta. Podestà, davanti a Palazzo Marino e a quel piccolo corteo di sfrattati, prende atto: «Non fi- nisce così, vogliono lo scandalo? E io glielo faccio». Pronti e via: «Formentini farebbe bene a cambiare mestiere, se ne vada a Strasburgo a fare l'eurodeputatoe la smetta di combinar danni a Milano. La 180 aveva abolito i matti per decreto e lui vuole abolire i senzatetto! Mi sembra un metodo borbonico che non risolve i problemi». Immaginarsi Formentini: «Ma come osa? E' davvero inconcepibile che un ministro del governo venga a mettere il naso negli affari di Milano!». Podestà: «Forse il sindaco di Milano non sa che sono stato eletto in quel collegio ed è mio preciso dovere occuparmene». Sindaco: «Ma che pensi alle cose di Roma, che nel suo ministero di problemi da risolvere ne ha fin troppi!». Podestà: «Io parlo di una grave questione umana e sociale. Con questo modo di agire sta creando una forte solidarietà tra gli abusivi di via Ril¬ ke e quelli del Leoncavallo. Prima o poi gli scoppierà un problema di ordine pubblico». A Milano basta la parola, Leoncavallo, ed è problema di ordine pubblico, quindi ministro degli Interni, quindi Maroni. «Lo devo vedere venerdì a Varese, mi ha chiesto aiuto per riorganizzare l'Università. Visto che io mi sto dando da fare vedremo se potrà fare qualcosa per me», dichiara Podestà. E a questo punto Formentini scrive a Berlusconi: «Ti invito ad intervenire perché domini i propri impulsi caratteriali e sia più riflessivo nelle sue espressioni e nei suoi comportamenti». Pronti per il secondo round. Sindaco e Podestà confermano: «Non è finita qui». [g. ce.] Sopra, il sindaco di Milano Marco Formentini A destra, il ministro dell'Università e della Ricerca Stefano Podestà