Herr Berlusconi si chiama Leo Kirch

Herr Berlusconi si chiama Leo Kirch GERMANIA Amico di Kohl, con l'acquisto del gruppo Springer guida un impero della comunicazione Herr Berlusconi si chiama Leo Kirch 7/ re delle tv tedesche compra la Bild e altri 20 giornali BONN NOSTRO SERVIZIO Hanno incominciato a chiamarlo il Berlusconi tedesco, anche se all'aspetto Leo Rirch, 67 anni, semi-cieco per il diabete, ha ben poco a che vedere con l'elegante presidente del Consiglio italiano. Ma l'impero immenso che è riuscito a costruirsi, quello sì, ricorda la concentrazione dell'informazione che si è verificata in Italia. Leo Kirch fino alla settimana scorsa possedeva (insieme al figlio Thomas) la quota di maggioranza di tre reti televisive (SAT 1, PRO 7, Kabel Kanal), la quasi totalità del commercio tedesco di programmi e film televisivi, circa il 50% della produzione cinematografica e televisiva in Germania. Inoltre, quote consistenti di diverse pay tv europee: il 25% della tedesca Premiere, il 40% di Teleclub in Svizzera e il 34% di Telepiù in Italia. Un impero il cui valore viene stimato 2,5 miliardi di dollari. Adesso l'ex assistente di matematica all'Università di Monaco ha fatto un salto di qualità: si è assicurato il controllo (in parte diretto in parte indiretto) del maggior gruppo editoriale tedesco, l'Axel Springer Verlag, che conta 20 quotidiani, tra cui «Bild» (5 milioni di copie), più una ventina di settimanali o mensili di grande successo, tra cui «Hòr Zu», il «Sorrisi e Canzoni tv» di Germania. I giornali tedeschi (tranne i suoi) non hanno mancato di paragonare il miliardario di Monaco di Baviera a Silvio Berlusconi. «La telecrazia avanza a passo cadenzato», scrive «Der Spiegel», che mette in guardia contro il «modello Italia». Anche se è impensabile che Rirch, alla sua età e con la sua salute precaria, voglia entrare personalmente in politica, l'effetto è lo stesso. Leo Rirch, figlio di un commerciante di vini di Wùrzburg, e abilissimo im¬ prenditore che si è fatto dal nulla, non ha mai nascosto di essere un conservatore di ferro. La differenza con l'Italia, dove Berlusconi ha creato un partito nuovo, è che Rirch non ne ha bisogno: è felice di mantenere lo status quo e di vedere regnare per altri quattro anni il suo amico Helmut Rohl. Rirch, bavarese, cattolicissimo, è «devoto al Cancelliere», dice lo «Spiegel». In ogni caso da tempo ormai Helmut Rohl dispone di un filo diretto con il pubblico televisivo sotto forma di una trasmissione giornalistica totalemente dedicata a lui: ((Allora, Cancelliere» è il titolo dell'amichevole botta e risposta che viene mandata regolarmente in onda su SAT 1. Avrà avuto ragione lo storico tedesco Ernst Nolte quando vede nell'evoluzione politica italiana un fenomeno di avanguardia? La telecrazia, «l'architettura del potere della moderna società dell'informazione, è uno dei temi centrali della politica contemporanea», scrive l'intellettuale socialdemocratico Peter Glotz. Leo Kirch in Germania, come Silvio Berlusconi in Italia, ha fatto ciò che la legge consentiva di fare, prosegue Glotz, ma non si può continuare a sottoporre i «produttori di immagini e di opinioni alle stesse leggi dei produttori di margarina». La colpa dell'attuale concentrazione dell'informazione si deve cercare nell'insufficienza legislativa. A fermare Leo Kirch, in realtà, ci hanno provato più volte, i «controllori dei media», ovvero gli enti che sono responsabili dell'applicazione delle leggi anticartello. Ma di recente Leo Kirch ha festeggiato due vittorie. La prima è che non si e potuto dimostrare che la proprietà del finanziere con la passione dell'elettronica superasse la quota legale consentita, dal momento che le due reti televisive (Pro 7, Kabel Kanal) sono di proprietà del figlio Thomas. L'altro grande successo, la conquista del grappo Springer. Francesca Predazzi Leo Kirch 67 anni quasi cieco per il diabete magnate dell'editoria