Kissinger: adesso Assad è accerchiato dalla pace

Kissinger: adesso Assad è accerchiato dalla pace Kissinger: adesso Assad è accerchiato dalla pace Slllll MIRACOLO IN MEDIO ORIENTE w y s f \ -V, 1t IGNOR Henry Kissinger, qual è la sua opinione I dell'accordo tra Israele e I l'Olp? «Yitzak Rabin è un mio buon amico. Il passo che ha intrapreso è davvero coraggioso. Tuttavia, ci sono degli aspetti dell'accordo che mi suscitano alcuni dubbi. Non so se sarebbe stato possibile procedere in modo più graduale. Di certo, ormai è troppo tardi. Adesso, uno Stato palestinese è inevitabile. E il problema è il seguente: la coesistenza funzionerà? E' un azzardo, ma, d'altra parte, la precedente politica di occupazione non poteva più essere proseguita, né in Israele né di fronte all'opinione pubblica mondiale». Ritiene che avremo uno Stato palestinese entro cinque anni? «Non so se saranno cinque an- ni, ma alla fine dell'intero processo ci sarà sicuramente uno Stato palestinese. E' inevitabile che, una volta stabilita l'autorità palestinese, molti Paesi cominceranno a intrattenere rapporti diplomatici come se si trattasse di uno Stato vero e proprio. E Israele non sarà in grado di opporsi». Lei conosce Hafez Assad meglio di qualunque altro politico occidentale. Pensa che voglia davvero la pace? «Con tutto il rispetto, si tratta di una domanda di scarso significato. L'accordo per le alture del Golan è stato rispettato per 20 anni senza che fosse firmata una vera pace, perché né una parte né l'altra voleva una nuova guerra e perché i siriani sapevano che l'equilibrio delle forze era a loro sfavore. Fintanto che questa situazione perdura, non ci sarà nessuna guerra». Cosa dovrebbe restituire Israele? «Ciò che Israele non può fare è tornare ai confini del '67 in Cisgiordania. Quanto al Golan, dipende cosa riescono a strappare in cambio. Ed è difficile dare una risposta in astratto. Personalmente, ho sempre preferito gli accordi graduali a quelli globali e definitivi. Molto dipende da ciò che vogliono i siriani». I siriani potrebbero accettare di avere relazioni diplomatiche con Israele. «Se ci saranno relazioni diplomatiche, se i confini verranno aperti e se sul Golan sarà schierata una forza multinazionale, allora potrebbe aprirsi una nuova fase». Cosa pensa di Assad? «Non sono così certo che sia convinto della necessità della pace, ma, probabilmente, vuole siglare un accordo. Lui non è come Sadat, che - credo - visse una conversione di tipo filosofico. Non penso che sia il caso di Assad. D'altra parte, si è attenuto in modo esemplare agli accordi sul Golan». E dell'attuale leadership israeliana cosa pensa? «Come ho detto, ho un'alta opinione di Rabin. E conosco Peres da tempo. La mancanza di intelligenza non è certo un problema degli israeliani». Secondo lei, che ruolo ha avuto in Medio Oriente la scomparsa dell'Urss? «In Medio Oriente, l'Urss è stata una grande fornitrice d'armi. Molti Stati, compresa la Siria, sapevano di poter godere dell'appoggio diplomatico di'Mosca. Adesso, questo è finito. Così, i Paesi arabi più radicali sono costretti a cercare un accordo con noi e con Israele. Mi riesce difficile immaginare che possa scoppiare un'altra guerra arabo-israeliana di qui ai prossimi 20 anni». E il fondamentalismo islamico? «Il fondamentalismo è in crescita. Se dovesse diventare dominante, sorgerebbe una situazione del tutto nuova, di grave crisi. Se vincesse in Algeria poi potrebbe estendersi in Tunisia, in Marocco, in Egitto...». Moshe Vardi Copyright «Los Angeles Times Syndicate» e per l'Italia «La Stampa» «Il nuovo rischio è che il fondamentalismo sia più forte della volontà di dialogo dei leader e dei popoli della regione» ® IL PROBLEMA DELL'ACQUA UNO DEI CONTENZIOSI CON LA GIORDANIA, E' LA SUDDIVISIONE DELLE RISORSE IDRICHE INDISPENSABILI PER LO SVILUPPO ECONOMICO DELLA ZONA w y f \ -V, 1t I I