La Luna si fa sempre più piccola alle spalle dei tre cosmonauti di Mario Ciriello

La Luna si fa sempre più piccola alle spalle dei tre cosmonauti La Luna si fa sempre più piccola alle spalle dei tre cosmonauti Lunghe conversazioni con Houston, che li ha informati sui fatti del mondo: dagli scontri nel Medio Oriente al declino delle azioni in Borsa - Sulla Luna c'è acqua? (Dal nostro inviato speciale) Houston, 23 luglio. « Dovunque si vada, è bello tornare a casa » ha detto Neil Armstrong. E « a casa » gli astronauti arriveranno domani alle 12,51 di New York — le 18,51 italiane — quando la loro navicella, trafitta l'atmosfera, si poserà sulle acque del Pacifico, 1800 km a sud ovest delle isole Hawaii. Più s'avvicina alla Terra, più aumenta la sua forza d'attrazione, Innalzando la velocità dell'" Apollo ». Questa notte, sfreccia a 6000 km orari. Domattina, verso le 9 italiane, volerà a quasi 8000'. Poi, in rapido crescendo, toccherà i 40.000 chilometri, la velocità massima raggiunta nelle tre missioni lunari, « Apollo » 8, 10 e 11. La Luna rimpicciolisce rapidamente alle spalle di Armstrong, Aldrin e Collins: ma il primo ponte interplanetario è lanciato. Già si monta il razzo Saturno per la prossima visita al satellite, quella dell'« Apollo 12 », in novembre. Gli astronauti sembrano in ottima forma. Hanno dormito protondamente. Come ogni altro giorno, il Control Center di Houston Ita letto loro le maggiori notizie, interne ed estere, dagli scontri nel Medio Oriente al baseball, dalle votazioni al Congresso al bollettino meteorologico. «Naturalmente, lo sbarco lunare continua a dominare le prime pagine — ha aggiunto Houston —. Soltanto quattro nazioni, Cina, Corea Settentrionale, Nord Vietnam e Albania, non hanno ancora informato i loro cittadini della vostra impresa ». A questo punto, Michael Collins chiedeva: « Ehi, un momento. Date un'occhiata all'Indice azionario ». Come osserva il New York Times, Collins, nelle sue solitarie ore in orbita attorno alla Luna, ha avuto tutto il tempo di meditare sui propri investimenti terrestri. La risposta di Houston non era molto incoraggiante: « L'indice è sceso e continua a scendere », e seguivano dire e particolari. Collins ascoltava in silenzio, poi: «Peccato. Ma immagino che ogni volo debba pur avere qualche svantaggio ». « Se ciò ti consola — diceva Houston — sembra che il rialzo di lunedi fu dovuto al successo della vostra impresa ». « OJC. — rfbaffeiio Collins — ma non c'incolpare per il successivo declino ». Il «rientro», dunque, è prossimo. Descriviamolo, anche perché il pubblico sembra sottovalutare i pericoli dell'operazione. Come ricorda un giornale, «fino a quando gli astronauti non metteranno piede sulla portaerei dlf ficllmente troverebbero una itl■lltll■lt:!rtlI!Lll:|[llll|]!■llll:lt!:lllMllll<sll^sa> società d'assicurazioni disposta a concedere una polizza ». Allorchè, domani, verso le 18,30 italiane, giungerà a 120 km dalla Terra, alla velocità di 40.000 chilometri orari. l'« Apollo » dovrà non solo infilarsi in una stretta « finestra », di 64 km per lato, ma calcolare al millesimo il proprio « angolo di discesa ». Questo perché a 120 chilometri dal suolo comincia l'atmos/era che, con la sua crescente densità, crea tremende insidie aerodinamiche inesistenti nel vuoto spaziale. La capsula deve arrivare al punto giusto, con la giusta traiettoria e la giusta inclinazione. Uno sbaglio, per quanto piccolo, potrebbe avere agghiaccianti conseguenze. Un « angolo di discesa » troppo acuto esporrebbe la navicella ad una prolungata « frizione» con l'atmosfera. L'«Apollo» si disintegrerebbe o lo spaventoso calore ucciderebbe i tre uomini. Vn «angolo di discesa » troppo piatto farebbe «rimbalzare» lo scalo al suo primo incontro con glt strati più spessi. Come una palla scagliata contro un muro, il veicolo sarebbe riproieitato nello spazio, dove le sue riserve d'ossigeno s'estinguerebbero prima di un secondo tentativo di « rientro». Se tutto andrà bene, le sei tonnellate del modulo di comando loreranno l'aria con la stessa matematica precisione di tutte le altre manovre (il Lem e il pesante modulo di servizio sono già siati abbandonati, il primo sulla e attorno alla Luna, il secondo, nell'« anticamera » dell'atmosfera). La frizione innalza adesso la temperatura esterna della capsula a 2700 gradi centigradi e più: ma l'incandescenza è assorbita dallo « scudo termico», uno speciale rivestimento che arde e si dissolve durante la caduta. Nel Mario Ciriello (Continua • pagina 2 in terza colonna) -■•ì^wi>wwy.|w«»wjw.|.«»j Occaso Pacifico centrale. La portaerei «Hornet» in navigazione nella zona dove ammarerà l'Apollo 11 (Telefoto United Press)

Persone citate: Aldrin, Armstrong, Corea Settentrionale, Houston, Michael Collins, Neil Armstrong

Luoghi citati: Albania, Cina, Hawaii, Houston, Medio Oriente, New York, Nord Vietnam