Incatenate per Scarantino

Incatenate per Scc untino Palermo, la protesta davanti a palazzo di g;,jstizia: è innocente Incatenate per Scc untino Madre e suocera del pentito sfidano i giudici PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si sono incatenate per mezz'ora davanti a palazzo di giustizia: è l'ultima, clamorosa protesta dei familiari di Vincenzo Scarantino, il «picciotto» della borgata Guadagna che ha fatto luce sulla strage mafiosa di via d'Amelio. La madre, Giuseppina De Lisi, 60 anni, e la suocera. Lucia Messina di 55, spalleggiate da gruppetti di congiunti e amici, ieri mattina hanno attirato l'attenzione, incatenandosi all'inferriata di protezione davanti al palazzo di giustizia. Giusto il tempo per farsi riprendere dagli operatori delle tv subito accorsi con alcuni fotografi e le due donne si sono lasciate «liberare». «L'hanno torturato e solo per questo motivo Enzo ha detto le cose che ha detto», «E' stato obbligato», «Vogliamo parlare con lui», hanno ripetuto disperandosi madre e suocera di Scarantino la cui moglie e i tre bambini da alcuni giorni sono protetti in una località segreta. Ma il procuratore di Caltanisetta, Giovanni Tinebra, che indaga sulla strage di via d'Amelio, ha smentito, in modo categorico, che Scarantino, in carcere, sia stato sottoposto a qualsiasi tortura. Già l'altro ieri in vicolo Buonafede, nel cuore della borgata dove Scarantino è nato e cresciuto, è stata inscenata una manifestazione di protesta con cartelli e striscioni in cui si sosteneva la sua innocenza. Giuseppa De Lisi aveva detto: «Mio figlio è stato massacrato di botte dalla polizia, di notte gli buttavano l'acqua gelata addosso, portava la taglia 58 adesso ha la 44». La suocera Lucia Messineo aveva aggiunto: «Per convincerlo a parlare il questore Arnaldo La Barbera gli ha detto che aveva l'Aids e che mia figlia lo aveva tradito. Una volta Rosalia è andata a trovare suo marito a Pianosa. Enzo aveva gli occhi fuori dalle orbite, sembrava un drogato, non riusciva nemmeno ad alzarsi». La presa di posizione degli amici e famigliari del giovani; pentito si spiega, secondo gli inquirenti, con l'intenzione di stemperare la forte tensione creata attorno al «caso» determinato dal suo pentimento. La notizia, filtrata domenica scorsa, ha provocato un piccolo terremoto nelle strade e nelle piazze della borgata. Si pensa che facendo credere ai boss che davvero Scarantino è stato torturato né lui né i congiunti possano incoirere nella punizione delle cosche che potrebbero anche decidere nuove vendette trasversali. Dopo le rivelazioni di Scarantii no, che nel carcere di Pianosa I tempo fa ha anche tentato il sui i cidio, i magistrati di Caltaniss^i ; ta, hanno emesso altre 16 o.di : nanze di custodia cautelare dopo i le 4 già firmate da circa un anno a carico dei primi indiziati della strage. Tra i 16 nuovi accusati, Totò Riina. Antonio Ravidà ti m Madre e suocera di Scarantino, il pentito della strage di via d'Amelio, incatenate

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