«Ma Tullio non è una bestia »
«Ma «Ma non è una bestia » // nonno paterno: io spero ancora «Chi sa qualcosa, mi telefoni» ROMA. Sono tutti distrutti, i famigliari coinvolti nella scomparsa dei tre bambini. Armando Brigida è il nonno. E' anche il padre di Tullio, che è in carcere da mesi e che da oggi è accusato formalmente di essere lui l'assassino. Nella sua disperazione di nonno, però, Armando ha occhi solo per i nipotini. Il figlio non lo ha più voluto incontrare da quando è stato arrestato. «Mi aggrappo a tutto. Anche al fumo della sigaretta, ha detto ieri ai microfoni di Radio Dimensione Suono - per non cedere. Perché sarebbe una cosa tremenda, pensare a cosa può essere successo ai bambini». E comunque nonno Armando ha una sola certezza: «Non vo¬ glio crederci». Sì, non vuole crederci. Anche perché sarebbe durissima, per lui, scoprire in un colpo solo che ha definitivamente perso tre nipotini e un figlio. «Non voglio credere che sia successo qualcosa di così terribile o che mio figlio l'abbia fatto. I figli... anche le bestie li trattano bene». Eppure il dubbio comincia a farsi strada. «Fino a che non se n'è parlato in televisione e sui giornali, ancora speravo che fossero vivi. Che qualcuno li abbia e non parli. E se qualcuno sa qualcosa dei bambini, mi telefoni. Gli dò tutto quello che ho. E ne rispetto l'anonimato. Mi basta riavere i bambini e mi prendo io ogni responsabilità». (fra. gri.]
Persone citate: Armando Brigida
Luoghi citati: Roma
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