Un viaggio pieno di rischi

Un viaggio pieno di rischi Un viaggio pieno di rischi Dall'Italia alVesteroper il trapianto TORINO. I voli della speranza tutto compreso diretti in India o in Sud America, a caccia di un organo e una clinica clandestina, riguardano soprattutto i reni. Gli altri trapianti cuore, polmone, fegato, pancreas - sono troppo complessi perché qualcuno si azzardi ad affidarli a mani dubbie e organizzazioni approssimative. Su quei voli, capita anche di trovare qualche italiano, che cerca una scorciatoia alle lunghissime liste d'attesa in patria. «Noi sconsigliamo sempre tutti quelli che ci consultano su pro- getti del genere: ò una strada disseminata di rischi e di incognite spiegano al Centro Trapianti di Torino, dove arrivano pazienti da tutta Italia -. Il trapianto di organi non è un business: dove lo fanno per lucrale, agiscono malamente, trascurando tutto il «prima» e soprattutto il lunghissimo «dopo». Passati i giorni concordati nel pacchetto, il paziente viene dimesso e abbandonato a se stesso». A Torino, ricordano ancora un loro paziente cocciuto che aveva voluto andare ad ogni costo in Egitto e ne era tornato malconcio. Un altro, partito per l'India, non è più tornato. «In genere però - spiega ancora un aiuto del professor Vercellone - i pazienti abbandonano le loro velleità quando noi spieghiamo come stanno veramente le cose: gli organi non sono controllati (anni fa, a Hong Kong si vendevano i reni dei condannati a morte dalla Bepubblica cinese), possono trasmettere ogni sorta di malattia e non sono selezionati in modo da essere compatibili con il ricevente». Il rischio di rigetto è dunque molto alto - e diventa tragedia quando si è alla mercé di gente senza scrupoli e, soprattutto, senza strutture di emergenza. Senza contare che nel «tutto compreso» offerto con leggerezza, c'è spesso anche l'Aids o l'epatite, che si riveleranno mesi dopo, a casa. In passato, era possibile aggirare le lunghe liste d'attesa italiane andando soprattutto in Bel¬ gio e in Francia, dove la qualità degli interventi era altissima e i tempi relativamente brevi. Ora questa scorciatoia non è più praticabile, perché francesi e belgi, anch'essi in penuria di organi, hanno ottenuto delle leggi che non li penalizzano più rispetto agli stranieri, ma danno loro la priorità. Gli altoatesini hanno una convenzione con il Centro Trapianti di Innsbruck, che invece respinge i pazienti provenienti da altre regioni d'Italia. L'Inghilterra è ancora una buona meta: le nonne sul traffico degli organi sono molto severe e i medici che non le rispettano vengono radiati dall'albo professionale. Si mormora, però, di cliniche clandestine dove si trapiantano reni d: provenienza dubbia. Ma i pazienti che vi si sono avventurati, una volta tornati in Italia a farsi rimettere in sesto, sono molto reticenti su quanto hanno visto e subito. [m. ver.] «Non esistono controlli ed è molto alta la possibilità di rigetto» In agguato l'Aids o l'epatite Una camera operatoria in cui si effettua un trapianto

Persone citate: Vercellone