Scuola vietata a un distrofico

Scuola vietata a un distrofico Scuola vietata a un distrofico Novara, preside del magistrale «L'istituto non è un parcheggio» NOVARA. «Questa scuola non è un parcheggio. Suo figlio handicappato non può frequentare le lezioni». E' la risposta di Maria Teresa Monteverdi, preside dell'istituto Magistrale «Bellini» di Novara, alla madre di un giovane distrofico novarese appena licenziato dalla scuola media con un lusinghiero «buono». Albina, madre di Andrea di 14 anni, dice: «Mio figlio è su una carrozzella. Nei tre anni di scuola media i bidelli lo hanno sollevato di peso tutte le mattine per farlo arrivare in aula. Ora, per continuare gli studi, avevamo scelto il Bellini perché non ha barriere architettoniche. Ma quel rifiuto della preside è stato troppo. Voglio che tutti sappiano. Mio figlio non è un oggetto». La preside Monteverde replica: «Nessuna preclusione, la mia scuola segue gli handicappati da anni. Ma l'alternativa non può essere o la scuola o la casa. Alle superiori uno studente non può essere inserito se non ha almeno una possibilità di farcela. La scelta della famiglia era motivata esclusivamente dall'assenza delle barriere. Troppo poco». Ora Andrea si è iscritto al «Ravizza», istituto per segretari d'azienda ampiamente dotato di barriere. Sul caso interviene Sergio Marconato, presidente dell'Unione italiana lotta alla distrofia nel Novarese: «Si continua a fare confusione: la malattia colpisce i muscoli, non l'intelligenza. La scuola non l'ha ancora capito». [c. bo.l ■ A destra, il giovane Alessandro Guarino con un amico. Sotto, Maria Teresa Monteverdi, preside dell'Istituto «Bellini» di Novara

Persone citate: Albina, Alessandro Guarino, Maria Teresa Monteverdi, Ravizza, Sergio Marconato

Luoghi citati: Novara