Missini, festa senza fiamma di Fabio Martini
Interno Rieti, alla kermesse del «Secolo» mancano i camerati, i nemici, gli alleati. Ma c'è la banda Missini, festa senza fiamma Sagra paesana, dov 'è la politica? RIETI DAL NOSTRO INVIATO Un'inaugurazione che avrebbe divertito Federico Fellini: siamo sul marciapiede di una delle strade più trafficate di Rieti e Ilaria e Fabiola, due ragazzine travestite da hostess, da mezz'ora tengono in mano, bello teso, un nastro tricolore. Una scena curiosa tanto più che al loro fianco c'è Fabiana: con altrettanta pazienza, tiene in mano un vassoio per il formaggio che por l'occasione contiene un paio di forbici. Per il taglio del nastro, per l'inaugurazione della festa del «Secolo» sembra proprio non manchi nulla, ma l'attesa dura da mezzora e Giulio Maceratini presidente dei senatori missini dà segni di sconforto. Dalla folla dei curiosi si diffonde un passaparola: «Stanno aspettando un ministro, è sicuro». E invece, alle sette della sera, da lontano si sentono le inconfodibili, sgangherate note di una banda di paese. E quando l'ultima paffuta «majorette» di Terano è arrivata, Maceratini può tagliare il nastro e finalmente la prima festa dei missini al governo è inaugurata. Un «ciak» da Strapaese per la kermesse del «Secolo», eppure varcato il cancello dell'ex zuccherificio di Rieti, ecco la vera sorpresa: nella festa che è un po' la loro vetrina, i missini hanno ammainato i loro vessilli, tutti i possibili segni di riconoscimento. In tutta la festa - e l'area è molta vasta - c'è una sola fiamma tricolore e altri simboli di partito non se ne vedono. E l'opera omnia del Duce, best seller delle feste missine, che fine ha fatto? Scomparsa. Le cassette con i «grandi discorsi» di Benito Musso¬ lini? Sì, quelle ci sono, ma confinate in una stanzetta buia. In compenso alla festa del «Secolo» c'è la banda, ci sono le hostess, ci sono gli stand del «miele Valentini di Amatrice», gli arredamenti «d'arte povera». E i nuovi notabili, i ministri missini, sfileranno tutti, uno al giorno, come si usava nella de, per non urtare nessuno. E così, ecco il «miracolo»: la prima kermesse dei missini al governo sembra la festa dell'Amicizia, una di quelle festicciole alla camomilla che organizzava Franco Evangelisti. Dunque, i camerati si camuffano o stanno cambiando veramente? La loro è ansia di omologazione o ansia da accettazione? «Quella di non esibire bandiere, di evitare ostentazioni è una scelta ben precisa», spiega Guglielmo Rositani, l'uomo al quale Gianfranco Fini ha dato carta bianca per questa settima festa del «Secolo». Ed è proprio lui, questo professore di ragioneria di 56 anni, l'Evangelisti degli Anni Novanta. E' lui, da sette anni l'anima di questa festa, l'uomo che trova i soldi e fa gli inviti. Rositani è il padre-patron di Rieti e la recente conquista del sindaco della città da parte della destra è gran parte merito di questo personaggio amato e discusso. Da revisore dei conti Rai si è guadagnato la fama di gran fustigatore dell'azienda, ma i maligni sussurrano che proprio questa sua familiarità in Rai gli ha consentito di portare a Rieti personaggi come Sabani, Magalli e tanti altri con una tale frequenza che ha lasciato il segno. «Sì - dice lui grandi personaggi invece che andare altrove sono venuti a Rieti, una città che in questo modo è uscita dall'anonimato». Con qualche spiacevole infortunio: come il 6 gennaio scorso, quando Rositani organizzò una Befana tricolore e alcuni operai del Comune furono scoperti a lavorare per una manifestazione di partito. Con una beffa finale: «Verrà Gabibbo!», annunciò Rositani. Duemila bambini hanno aspettato al palazzetto dello Sport e il Gabibbo non è arrivato. Ma la festa di quest'anno, oltre alla scelta di ammainare i vesssilli, potrebbe restare alla storia come quella disertata da alleati e nemici. «Gli inviti li ho fatti, ma Rosy Bindi ha detto di essere impegnata con il congresso del suo partito, Claudio Petruccioli del pds ha detto di avere problemi personali e quanto agli alleati verranno, verranno». Quando alla fine di giugno, col partito sfinito dalle elezioni comunali, Rositani è andato nello studio di Fini per proporgli di organizzare la festa, il segretario gli ha risposto: «Ma tu sei matto...». Eppure la festa alla Strapaese, la festa che parla all'anima popolare del popolo missino funziona: ieri sera tra i ruderi dell'ex zuccherificio di Rieti c'erano migliaia di persone. Fabio Martini Gianfranco Fini con il ministro di An Adriana Poli Bortone
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