«Inchiesta bomba, salterà tutto»
«Inchiesta bomba, salterà tutto» «Inchiesta bomba, salterà tutto» Formica: le Fiamme Gialle? Io le conoscevo bene L'EX MINISTRO OROMA N ORE VOI.E Formica, la Guardia di Finanza è un corpo corrotto? Rino Formica, più volte ministro delle Finanze, uno dei conoscitori più profondi del sistema complesso delle Fiamme Gialle, esita un attimo, riflette e poi passa al contrattacco: «Il tribunale di Milano è un ufficio corrotto soltanto perché c'era Curtò? No, guardi, non ci sto a ragionare così...». Ma è questo che pensano gli italiani. «Guardi, no. Bisogna parlarne con molta serenità, perché se no, poi, alla fine smontiamo tutte le istituzioni... La domanda è un'altra». E quale, di grazia? Forse quanti finanzieri onesti siano sopravvissuti in un corpo corrotto? «Se non partiamo dalla rottura dei valori che ha segnato gli Anni Ottanta, non ci capiremo mai. Si creò un clima in cui in nome del rampantismo tutto era legittimato, il fine giustificava ogni mezzo...» Veramente la Guardia di Finanza finì travolta dallo scandalo dei petroli e dalla P2 prima degli Anni Ottanta... «Benissimo, lei mi parla della P2. E allora le racconto una storia». La prego... «Quando il vertice della Finanza finì nelle liste di Gelli, andai da Pertini e gli chiesi di indicarmi il nome giusto per ridare slancio alle Fiamme Gialle. E sa cosa mi disse, Pertini?» No, cosa le disse? «Prima di tutto, mi disse, non smontare la Guardia di Finanza, è pericoloso». Perché, chi voleva smontarla? «Lei sa cos'è il servizio "I" della Finanza? E' il servizio informazioni. Ebbene, si informi, legga, chieda dettagli su questo servizio I. Saprà che c'era, in quegli anni, una visione strategica che non è mai tramontata, e che era quella di espellere la Guardia di Finanza dal Nord». E loro, i finanzieri, per non essere espulsi, rubavano. E' così? «Risponda lei a una mia domanda. Perché Alberto Falck, uomo di spicco della società civile milanese, cattolico, moralista, con tutti i potenti mezzi che avrebbe potuto impiegare per contrastare eventuali ricatti, aveva bisogno di dare mezzo miliardo alla Guardia di Finanza?». Secondo lei, perché? «Perché si dava per scontata la rottura dei valori etici, e la regola era: se invece di dare venti allo Stato posso dare dieci a un finanziere, lo faccio, e ci guadagno». Siamo alle solite: tutti colpevoli nessun colpevole. E come la mette con le migliaia di piccoli commercianti che dicono di essere taglieggiati dai finanzieri? Con tutta l'Italia che pensa che il corpo sia corrotto fino al midollo? «Ma l'Italia è così, è l'Italia del mugugno, del mormorio. Gente che, chiamata a precisare, rispondere in concreto, fa sempre marcia indietro: "ma no, non volevo dire questo..."». Insomma, nessun negoziante taglieggiato, tutti corruttori... «No, non parlo dei piccoli: li capisco, quelli ai quali è capitato il ricatto, che hanno schivato il fastidio, hanno cercato la comodità. Non capisco i grandi imprenditori: in realtà facevano arbitraggio in questo campo. Ecco il vero scandalo: non la Guardia di finanza, ma l'arbitraggio della corruzione che è stato fatto dagli imprenditori..."Spendo dieci anziché venti, mi conviene, al diavolo le regole"». Intanto i casi di corruzione tra i Finanzieri abbondano, tra i Carabinieri o nella Polizia no... «Ma certo, perché la Finanza incide sul portafoglio dei cittadini. I quali denunciano al giudice i soprusi di un poliziotto, e tendono a fare arbitraggio per difendere il portafoglio». Onorevole, dica la verità: fa il difensore d'ufficio delle Fiamme Gialle? «Il corpo non ha bisogno di difensori: questo è un problema dei singoli. Ecco cosa dico: bisogna smetterla di inventare responsabilità istituzionali. Le colpe sono delle persone, non delle istituzioni». Ma a lei è stata utile la Guardia di Finanza per combattere l'evasione? «Utilissima. E anche nella lotta alla mafia e al riciclaggio». L'hanno accusata, però, di aver usato politicamente il Corpo, che per un periodo sembrava lottizzato dal suo partito, il psi, quando era mi¬ nistro... «E' assolutamente falso. Chi dice cose del genere, mente». Eppure, onorevole, l'impressione è che oggi la Guardia di Finanza sia potentissima proprio per il potere di ricatto che ha su tutta quella che lei chiama «società civile»... «Se sono vere le cose che si dicono sull'inchiesta, salta in aria questa cosiddetta "società civile". Vuol dire che la Finanza è stato lo strumento potente della corruzione della società». Allora anche l'istituzione è colpevole? Ma non diceva il contrario? Si spieghi bene... «La corruzione si fa in due. Innanzitutto, chi è a posto, non ha nulla da temere. Se gli capita il finanziere corrotto, gli dice semplicemente: "Stia pure qui un anno, guardi tutte le carte che vuole". Dunque, chi non ha fatto così ed ha preferito pagare, era un evasore. E poi ha fatto arbitraggio. Bene: se questi sono gli esponenti migliore di una società viva e civile, abbiamo trovato, in realtà, il vero cancro del sistema italiano, perché è l'evasione fiscale e la sua copertura che ha rovinato il Paese». E lei cosa si aspetta che venga fuori da tutta questa storia? «Mi aspetto uno spaccato della società civile italiana. Anzi, il suo smascheramento. Perché gli evasori, in Italia, operavano attivamente non solo per evadere ma anche per impedire che fosse scoperta l'evasione. Gli evasori erano anche corruttori di massa ed erano dentro la società che produce, che lavora, che è chiamata "civile"». Perché parla al passato? Oggi è tutto risolto? «No, no, la tentazione di azzerare la Guardia di Finanza, proprio come istituzione, è eterna. Non soltanto dentro la criminalità organizzata, che gestisce grandi movimenti finanziari, ma anche dentro la società civile dell'evasione fiscale. Ma quell'azzeramento, se ne ricordi, sarà il disastro». Sergio Luciano «Non mettiamo tutti sott'accusa Ricordatevi del Servizio "I" e del piano contro la Finanza» p pzione, l'accusa: per i milioni (più di 100) girati alla Finanza per «addolcire» i controlli fiscali su Videotime e Mediolanum, società del Gruppo Berlusconi. Altra storia quella che porta agli arresti domiciliari, in considerazione dell'età, Piero Bongianino, ex amministratore delegato della Banca Po¬ «Non mettiamo tutti sott'accusRicordatevi del Servizio "I" e del piano contro la Finanza»
Persone citate: Alberto Falck, Curtò, Formica, Gelli, Pertini, Piero Bongianino, Rino Formica, Sergio Luciano
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