Tuono farfallone in balia del cielo

TEMPORALI TEMPORALI Tuono, farfallone in balia del cielo Temperatura e vento determinano la presenza o l'assenza del boato PUÒ' succedere di vedere un fulmine senza sentirne il tuono, specialmente a una distanza superiore ai venticinque chilometri dal luogo in cui esso cade. Venticinque chilometri non sono molti per qualcosa che si muove a una velocità di 340 metri al secondo; però un'esplosione si sente benissimo da quella distanza, un tuono no. Per la velocità di propagazione del suono nei gas perfetti, Laplace (1749-1827) compose una formula dall'aspetto terribile, da cui si vede che la velocità è indipendente dall'altitudine. In compenso vi compaiono ingredienti come calore specifico, temperatura, coefficiente di dilatazione dei gas e massa specifica. La velocità del suono è indipenaente dall'intensità dell'onda entro larghi limiti, ma quando l'ampiezza non è più trascurabile rispetto alla lun¬ ghezza d'onda, come nelle esplosioni, la velocità è maggiore del normale. Questo si verifica nelle vicinanze della sorgente, e soltanto a una certa distanza, che varia in base alla violenza del botto, la velocità riprende il suo valore normale quando l'ampiezza si affievolisce. Il suono è soggetto a fenomeni di riflessione, diffrazione e rifrazione ed è più veloce nell'aria calda. Nell'aria secca a 0 gradi, la velocità del suono risulta di 331 metri al secondo e cresce di 0,55 metri al secondo per ogni grado centigrado. Sembra però paradossale che il suono possa giungere più lontano in un giorno freddo, sull'acqua calma o su un lago gelato e sia invece molto limitato in un deserto. Infatti nel caso in cui la temperatura diminuisca verso l'alto, la porzione superiore di un'onda che inizialmente si propaghi orizzontalmente si — - muoverà più lentamente della pt te bassa, deviando il cammino verso l'alto. Se la temperatura ha una distribuzione normale, il suono non andrà molto lontano, al livello del suolo, finché dura questo fenomeno. Ma in una giornata fredda la temperatura può aumentare verso l'alto. Così che sopra una massa d'acqua il suono può essere rifratto verso il basso piuttosto che verso l'alto, in modo da restare vicino al suolo più a lungo. La rifrazione avviene tutte le volte che cambia la velocità di propagazione delle onde e le cause più importanti della variazione della velocità sono la temperatura, l'umidità relativa e il vento, che producono anomalie nella direzione di propagazione delle onde. Generalmente la temperatura diminuisce con l'altezza e il suono in alto diventa «pigro» e si propaga più lentamente. C'è un incurvamento dei raggi delle ónde verso l'alto, che però si incurvano verso il basso se la variazione della temperatura è opposta. Anche il vento interferisce. Di solito ad altezze modeste ha una velocità maggiore che al suolo, quindi se le onde procedono sottovento (nello stesso verso del vento) la velocità è maggiore in alto che in basso e i raggi delle onde vengono incurvati verso il suolo. Succede l'opposto se le onde si propagano sopravvento, cioè contro il vento. Le onde sonore provenienti dal fulmine sono dunque rifratte verso l'alto dall'aria più calda, che è vicino al suono: oltre i venticinque chilomtri esso subisce una rifrazione tale da essere spinto verso l'alto e non può più essere udito da terra. Corre dietro al vento, alla temperatura, all'umidità: il suono è un farfallone senza carattere, in balia di tutto. Gian Carlo Bo

Persone citate: Gian Carlo Bo