Sassi di Matera una lezione di sviluppo sostenibile

Sono entrati nel patrimonio mondiale dell'umanità Sono entrati nel patrimonio mondiale dell'umanità Sassi di Matera alla gravina, dove l'acqua era ormai perduta. E per tutto il resto dell'anno, siccità. I Sassi nacquero come sistema per irreggimentare e raccogliere l'acqua per un popolo di pastori e orticoltori. Il ciglio della gravina fu canalizzato e le acque condotte in grandi cisterne a forma di campana scavate nella roccia. La stessa sistemazione idraulica fu poi estesa alle gradinature naturali che scendono verso l'alveo del canyon, con la creazione di orti irrigati e giardini su terrazzi artificiali sostenuti da muri a secco. I rifiuti e il letame venivano accuratamente riciclati per la fabbricazione di concime e quindi la restituzione dei nutrienti al suolo. Prestissimo, nel tenero calcare della gravina, ebbe inizio lo scavo di grotte dalle funzioni diverse: conservazione della neve caduta durante l'inverno, ricovero per gli animali, immagazzinamento del grano, deposito degli attrezzi. Più tardi le grotte cominciarono a essere anche abitate e nell'ampliamento furono spesso incluse le antiche cisterne a campana. Lo scavo seguiva la direzione dei raggi del sole durante l'inverno, in modo tale che in questa stagione fossero sfruttati al meglio per il riscaldamento degli ambienti. D'estate, quando il sole è più alto, i raggi non entravano e le grotte restavano fresche. Fuori, le grotte si prolungavano in piccole costruzioni, i «lamioni», realizzati con la stes- Matera sorge sul ciglio di un canyon che si apre tra due pareti di calcari teneri del Pliocene ed è sormontato da una copertura di argille impermeabili sa pietra estratta durante l'ampliamento della grotta. Su ogni superficie piana libera veniva ricavato un orto o un giardino pensile. Per secoli, viaggiatori, cronisti e poeti hanno unanimemente decantato la bellezza, ma anche la salubrità di Matera, oltre che l'ingegnosità dei suoi abitanti. L'ecosistema dei Sassi, che ha cominciato a prendere forma all'inizio dell'età del bronzo, intorno alla fine del IV millennio avanti Cristo, «funziona» - sostanzialmente immutato - perlomeno fino al Settecento. Una continuità che non ha altri riscontri in Italia, e forse nemmeno in Europa. Quello che succede dopo è la familiare parabola del sottosviluppo, che ha distrutto tante culture tradizionali in ogni parte del mondo. La concorrenza della lana prodotta oltreoceano, soprattutto quella australiana, mina alla base l'economia dell'allevamento transumante, sistema di sfruttamento del terri¬ torio nel quale i Sassi erano da millenni integrati. Tra '700 e '800 la costruzione della città moderna sopra il ciglio della gravina seppellisce gli antichi sistemi di raccolta dell'acqua. Cominciano quindi a peggiorare le condizioni igieniche. Soprattutto, aumenta la popolazione. Le costruzioni si infittiscono e gli uomini sono costretti a vivere insieme agli animali, dai quali erano sempre stati separati. I sistemi di riciclaggio dei rifiuti vengono abbandonati e si perde persino la memoria delle millenarie conoscenze che avevano consentito di gestire in maniera così oculata le scarse risorse dell'ambiente delle Murge. Finché, negli Anni Cinquanta, i Sassi furono abbandonati. L'antico equilibrio tra uomo e ambiente si era definitivamente spezzato. Solo oggi abbiamo cominciato, se non a ricostruirlo, perlomeno a conoscerlo e ad apprezzarlo. Giovanili Carrada

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