«Sparano» terrore al mare
La spiaggia confina con un poligono dell'esercito. I bagnanti: «Nessuno ci aveva avvertito» La spiaggia confina con un poligono dell'esercito. I bagnanti: «Nessuno ci aveva avvertito» «Sparano», terrore al mare Paestum, esercitazione semina ilpanico SALERNO NOSTRO SERVIZIO Bambini con secchiello e paletta, mamme sotto gli ombrelloni, ragazzine in due pezzi stese al sole per la tintarella ad ogni costo, vecchi seduti con una canna da pesca tra le mani e nessuna speranza di prender pesci, sedie a sdraio, zainetti, ceste con la colazione, venditori ambulanti con il loro carico di cianfrusaglie, e per sottofondo il brusio di una spiaggia affollata. E' una scena classica: quella di una mattina d'estate sul litorale di Paestum, meta di comitive e famiglie decise a godersi una bella giornata al mare. Ma la situazione cambia all'improvviso: un boato, un altro e un altro ancora, in tutto cinque fortissime esplosioni che seminano il panico fra la gente. Gli scoppi si materializzano in giganteschi «funghi» di sabbia, polvere e detriti, mentre si scatena un fuggi fuggi generale. Che cosa succede? Succede che la spiaggia confina con un poligono di tiro dell'esercito e che la «guerra» scoppiata all'insaputa dei vacanzieri è soltanto un'esercitazione. Ma loro, i bagnanti terrorizzati dalle esplosioni a catena, non erano lì per una versione casalinga del Carnei Trophy. In 150 hanno deciso di protestare, mettendo una firma in calce all'esposto inviato al ministero della Difesa, al Comiliter e alla Procura della Repubblica di Salerno. Il resoconto di una tranquilla mattina al mare sfociata in momenti di terrore è tutto nella denuncia stilata dai turisti impauriti. Il finimondo si scatena a pochi passi dalla spiaggia di Foce Sele, la stessa dove per ironia della sorte cinquantanni fa sbarcarono gli alleati per liberare Salerno dai tedeschi. A mezzogiorno in punto, l'apocalisse. I boati si susseguono e le esplosioni sono «di un'intensità tale da provocare dei funghi di sabbia, polvere e detriti di circa 100 metri di altezza, per una larghezza di circa 50 metri». Urla, fuga in massa, panico tra gli ignari bagnanti: qualcuno, per lo spavento, rischia quasi l'infarto. Nell'esposto dei «centocinquanta ribelli» la descrizione prosegue a tinte forti: spinta dal vento, la nube del materia¬ le sollevato dagli scoppi, si alza verso il cielo, supera la spiaggia, si abbatte sulle auto che intasano la litoranea, pro¬ voca la paralisi della circolazione, raggiunge la piscina di un vicino campeggio causando «gravi danni». E quando tutto è finalmente finito, la rabbia prende il posto della paura e tutti puntano il dito sul responsabile di quel pandemonio: il poligono di tiro. Nasce così la decisione di chiedere conto dell'accaduto. La protesta si materializza nell'idea di una denuncia e in 150 non si tirano indietro, firmando convinti. Ma che cosa vogliono i bagnanti salernitani? Nell'esposto sostengono che le esplosioni sarebbero avvenute senza alcun preavviso: niente bandierine e sentinelle lungo il perimetro del poligono, niente imbarcazioni a mare per avvertire chi era in acqua, nessun annuncio alla popolazione. Per quanti erano quella mattina sulla spiaggia è necessario perciò che «simili pericolosissimi episodi» non si ripetano e che comunque siano previste misure di sicurezza. Per la verità, la presenza dell'area riservata all'esercito è ben segnalata e in precedenza non erano mai avvenuti episodi analoghi, ma d'estate la vicinanza con una spiaggia frequentata da migliaia di turisti e villeggianti rende difficile la convivenza. La soluzione, per i bagnanti che hanno firmato la denuncia, però, è a portata di mano: spostare il poligono di tiro in una zona più isolata e meno «a rischio» del litorale di Foce Sele. Mariella Cirillo In 150 hanno firmato un esposto ai giudici «Le esplosioni hanno causato nubi di sabbia alte cento metri» A sinistra un'immagine di Paestum. Nel centro turistico sono scoppiate , le polemiche per un'esercitazione
Persone citate: Foce Sele, Mariella Cirillo
Luoghi citati: Salerno
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