«Così salveremo la famiglia»

«Così salveremo la famiglia» «Così salveremo la famiglia» La strategia della Chiesa contro ilpiano Onu talità della gente. «Certo, assistiamo alla imposizione di un progetto culturale. Non c'è soltanto la secolarizzazione che dà altri intendimenti e altre spiegazioni ai bisogni degli uomini. Ci sono grappi e istituzioni che premono sui governi, sugli Stati, per far passare una certa concezione di vita». Chi sono questi gruppi e queste istituzioni? «Si può cominciare dalle stesse Nazioni Unite. C'è presso l'Onu un fondo che si chiama Per le attività della famiglia, che è presieduto dalla signora Sadik. E' una istituzione molto dinamica, i suoi componenti sono attivissimi: girano per il mondo a dare cifre esattissi¬ me sugli aborti clandestini, come se si potesse avere una contabilità sulla clandestinità. Poi ci sono parecchie altre istituzioni, finanziate da privati o dagli Stati, le quali dispongono di fondi considerevoli. I dati pubblici dicono che manovrano sei miliardi di dollari all'anno». Al Cairo queste tendenze avranno successo? «Bisognerà vedere come si svilupperà la Conferenza e che fine faranno i documenti preparatorii. Questi testi contengono molte espressioni confezionate in un linguaggio ambiguo, allo scopo di ottenere l'unanimità o almeno una buona maggioranza al momento dell'approvazione». Quali sono le formulazioni che non vi piacciono? «Per esempio, si parla di necessità del familyplanning. Ma che cos'è i\ family planning? Per loro significa ogni scelta possibile, come in un grande menù, di tutti i mezzi artificiali di contraccezione. Si parla dei diritti sessuali, ma assolutamente sganciati dalla realtà della famiglia e del matrimonio. Tutto ciò che riflette una istituzione naturale viene ignorato. Ci sono espressioni assolutamente vietate: matrimonio, non si può usare; madre, raramente è impiegato; figlio, compare poche volte. I bambini, i nascituri, saranno i grandi dimenticati al Cairo. Il mondo degli adulti pensa soltanto alla propria quota di felicità, alla soluzione dei propri problemi. Ma i bambini non contano. E ciò che colpisce è come tutte queste realtà che in ogni cultura e in ogni religione hanno un peso importante vengano oggi cancellate e respinte con la più grande facilità. Subentra un'altra concezione dell'uomo, della famiglia, dell'avvenire...». Quello, però, che adesso vi fa paura è che tale concezione di vita non sia più lasciata soltanto al costume della gente, ma venga istituzionalizzata dallo Stato, dai governi, dai Parlamenti... «Certo, il timore è che tutto questo diventi una proposta, offerta alle nazioni affinché sia accolta dalle legislazioni locali. Per esempio, se si accetta, contro l'accordo dell'84 in Messico, che l'aborto possa far parte di un family planning e di una politica democratica, tutte le nazioni che finora non hanno la legge permissiva dell'aborto dovranno indirizzarsi in questo senso. Questo avverrà in tanti Paesi dell'America Latina e dell'Africa, che finora, per una loro profonda concezione culturale e religiosa, difendono il diritto a vivere come un diritto fondamentale. Quello che non si spiega è come questo progetto venga imposto dalle società economicamente ricche e più avanzate culturalmente. Ma io credo che tutti co- storo, fra pochi anni, dovranno ricredersi vergognosamente. Dovranno riconoscere il loro fallimento, così come ha dovuto fare l'ideologia marxista. Il guaio è che 10 riconosceranno quando avranno fatto il più disastroso massacro della storia». Come Chiesa siete dunque soli, in questa lotta contro il mondo. Si dice che il Papa soffra particolarmente di questa situazione. «La Chiesa deve fare il suo dovere nel proclamare la sua concezione della famiglia, sapendo che ci possono essere momenti difficili e che la politica nella sua contingenza può agire in modo diverso. 11 Papa ha parlato tante volte pubblicamente, non risparmia nessuna opportunità, si è indirizzato ai capi di Stato, ha inviato un messaggio alla signora Sadik, ha riunito i diplomatici accreditati presso la Santa Sede, nella Chiesa sta coordinando iniziative per il valore della famiglia. Così parlerà chiaramente nella visita che farà il 20 ottobre alle Nazioni Unite. Che cosa sarebbe l'Anno della famiglia, senza la parola così decisa del Papa? Si risolverebbe in un disastroso progetto culturale contro la famiglia, subdolamente proposto proprio nel nome di una celebrazione della famiglia stessa». Politicamente, chi è che spinge maggiormente in questa direzione disastrosa? «Sono nazioni economicamente sviluppate, che da anni stanno diffondendo questo progetto culturale nei loro Parlamenti e con le loro leggi. La politica di Clinton è in questa direzione. In Europa, la maggior pressione viene dalla Spagna socialista, dalla Francia, dalle nazioni scandinave. C'è come una specie di pool di nazioni europee, accomunate da un vuoto morale...». Nel pool europeo, c'è anche l'Italia? «In Italia ci pare di scorgere qualche segno diverso. Ricordo quello che ha detto il governo Amato sulla possibilità di riforma della legge sull'aborto. Ora, il ministro per la Famiglia, Guidi, ha dato una splendida testimonianza quando ha detto: "Se ci fosse stata questa legge, io non sarei venuto al mondo". Speriamo che dall'Italia, che ha una bella ricchezza storica di valori familiari, venga una voce di speranza per il Cairo». Domenico Del Rio

Persone citate: Clinton, Domenico Del Rio, Guidi, Sadik