Cent'anni di arte: Bragaglia

Cent'anni di arie: Bragaglia Stasera, alle 23,45, va in onda su Raitre il programma dedicato al regista Cent'anni di arie: Bragaglia Tanti ricordi, da Pirandello a De Chirico ROMA. Compiere cent'anni resta un evento eccezionale. Ma compiere cent'anni avendo attraversato tutti i movimenti culturali del secolo e conosciuto tutti i protagonisti dell'arte di ieri e di oggi, è davvero un evento che merita di essere celebrato. E' quel che ha pensato Raitre affidando a Sergio Frau, giornalista della «Repubblica» la realizzazione di una lunga intervista a Carlo Ludovico Bragaglia, l'uomo nato col cinema e che al cinema deve la sua fama. Un'intervista registrata mesi fa con un Bragaglia che minacciava scherzosamente di morire d'un colpo per mandar tutto all'aria, ma messa in onda stasera alle 23,45, dopo il suo compleanno celebrato al Palazzo delle Esposizioni la sera del 7 luglio. Intitolato in maniera un po' sciocca «La festa continua: ora parla lui» e poi, solo come sotto titolo, «Cent'anni di ricordi da Marinetti a Totò», il programma ha un andamento semplicissimo, quasi povero: qualche pezzetto di alcuni suoi film, ma soprattutto la faccia di Carlo Ludovico Bragaglia piena di rughe e rughette, quel suo cappelluccio in testa da bohemien portato come un trionfo, la sua memoria lucidissima pronta a ripercorrere quella folla di nomi e di fatti che hanno riempito la sua esistenza con un fraseggio rotondo, felice, in un italiano ricco che ormai nessuno parla più. Dice Sergio Frau, ormai tanto affascinato dal personaggio da meditare di scriverci sopra un dizionario che cominci con A, Age e via via, attraverso Balla, Calamai, Capogrossi, De Sica, Fellini, Pampanini, Totò, arrivi alla Z di Zavattini, che la difficoltà principale con Bragaglia è frenare l'onda montante dei ricordi non certo sollecitarla. Vissuto tra Roma e Capri, due osservatori privile- giati in questo secolo, Carlo Ludovico Bragaglia non ha infatti conosciuto solo la gente di cinema, ma quella di teatro, quella della pittura, i politici, le star internazionali, i pensatori. E di ognuno è pronto a parlare con quel tono leggero e ironico che fu del movimento futurista alla sua nascita. «Com'era De Chirico?», viene chiesto a Bragaglia nell'intervista televisiva. «Un fantasioso, un genio, ma non un gran pittore. I primi quadri chiamati metafisici sono di suo fratello Savinio. De Chirico ebbe solo l'abilità di inventare le piazze famose, le muse inquietanti e poi i cavalli». E Pirandello? «Pirandello era un uomo normale. Con una famiglia normale, due figli, una moglie. Qualcuno diceva avesse un filo di pazzia. Ma questa pazzia non esisteva. Fu quando divenne l'amico più affettuoso della grande attrice Marta Abba che uscì dalla sua mente quella fantasia estrosa e complicata indicata oggi come il teatro di Pirandello». E Soldati? «Mario Soldati è l'uomo più intelligente che abbia conosciuto. Non era omosessuale, però quando faceva i film si innamorava sempre dell'attor giovane». [si.ro.] Carlo Ludovico Bragaglia

Luoghi citati: Capri, Roma