Togliatti colpo a Krusciov

il caso. «Reset» rivela: tramò per abbattere il capo sovietico il caso. «Reset» rivela: tramò per abbattere il capo sovietico Togliatti, colpo a Krusciov Yalta.- retroscena di una congiura ROMA NCORA Togliatti. L'approssimarsi del trentesimo anniversario della morte del «Migliore» ha già messo in moto la macchina delle rievocazioni, delle celebrazioni. E anche, visto che il nome di Togliatti è di quelli capaci di suscitare controversie non prive di punte risentite, di «demolizioni» postume e di revisioni duramente critiche. Degno di rilievo, semmai, è che il primo colpo di fucile venga sparato da una rivista di sinistra, Reset, diretta da Giancarlo Bosetti, vicedirettore dell'Unità. E che Togliatti sia accusato senza mezzi termini di aver giocato il ruolo di complice nella congiura che il 14 ottobre 1964 portò alla defenestrazione di Nikita Krusciov. Ad avanzare la tesi di una diretta implicazione del segretario del pei al processo di restaurazione neostalinista in Urss è Federigo Argentieri, studioso del Cespi, il Centro di politica internazionale vicino al pds, nonché grande esperto di storia delle «democrazie popolari» e dell'Ungheria in particolare. Argentieri pubblica brani di un verbale inedito della Direzione del pei del 18 agosto 1964 in cui Mario Alicata avrebbe raccontato la genesi del Memoriale di Yalta reso noto dopo la morte di Togliatti avvenuta il 21 agosto di quello stesso anno. E inoltre offre una specie di col- lage di citazioni che mettono in evidenza come Togliatti si sarebbe recato in Urss, nell'estate del '64, proprio per partecipare alla preparazione della congiura che avrebbe portato Breznev al vertice del potere sovietico, in sostituzione di Krusciov, accusato di aver condotto con troppa radicalità l'opera di destalinizzazione. Una tesi che Argentieri ricava da uno scritto di Antonello Trombadori, che pochi mesi prima di morire affermò che il «decantato Memoriale di Yalta)) fu in realtà «uno strumento per abbattere Krusciov (mai la Pravda aveva dato tanta pubblicità al documento di un partito fratello), e anche Longo ci cascò». E cita anche uno scritto del 1988 di Emanuele Macaluso in cui il dirigente del pei, e ora del pds, suggeriva una lettura originale dell'improvviso viaggio in Urss sostenuto da Togliatti nel 1964: «E' chiaro che in quei giorni la "congiura" contro Krusciov era già in atto. Forse il viaggio di Togliatti da parte di chi conosceva le preoccupazioni critiche del pei doveva servire a dimostrare che "da destra e da sinistra", da Togliatti e Mao, per motivi diversi e opposti, c'era critica, insofferenza e rottura. Doveva servire a dare prove ulteriori, conferme, dell'avventurismo di Krusciov». Supposizioni. Letture non suffragate, per esplicita ammissione degli autori, da documenti e te- stimonianze inoppugnabili. Resta comunque il mistero di un viaggio che, come suggerisce Argentieri, inizialmente non era assolutamente nei piani del Migliore: «Il capo del pei era anziano, malato, e tutti i medici gli sconsigliavano di viaggiare, sia in treno che in aereo: a che prò rinunciare alla tradizionale vacanza nell'amata Val d'Aosta per un terribile tour de force, oltretutto su un tema di urgenza molto relativa». Si disse che Togliatti avrebbe dovuto incontrare Krusciov ma, come spiegò Alessandro Natta in un libro del 1970 disseppellito da Argentieri, «si sapeva ormai che» l'incontro «sarebbe stato differito di qualche tempo», e si sapeva prima ancora della partenza di Togliatti per la Crimea. Anziché rinunciare al viaggio Togliatti, in più che precarie condizioni di salute, partì lo stesso per incontrarsi con Ponomariov, uno dei principali «congiurati» con Suslov e Breznev che lavoravano alla destituzione di Krusciov. A questo quadro Federigo Argentieri nel saggio che Reset pubblica nel fascicolo in edicola a fine settimana, aggiunge la testimonianza inedita di Mario Alicata che alla Direzione del pei comunicò che Togliatti mise mano al suo Memoriale «subito dopo l'incontro con Ponomariov». Indizi, tessere di un mosaico che ancora abbisogna di qualche tassello per potere vedere l'opera compiuta. Eppure tutti questi indizi, a giudizio di Argentieri, e a sostegno di una tesi che sicuramente non piacerà a molti cultori (simpatetici) del togliattismo, portano un altro spessore a questi due interrogativi: è casuale che, «quando Togliatti fu colpito da emorragia cerebrale, i sovietici insistessero subito» per avere il Memoriale? E che i sovietici addirittura «lo pubblicassero poco dopo con grande evidenza sulla Pravda, nonostante contenesse critiche nei loro confronti?». Già, come mai? Argentieri non esita a riscoprire nell'inimicizia totale (politica, ma anche caratteriale e culturale) tra Togliatti e Krusciov la matrice prima di un atteggiamento così ostile da parte del leader del pei da indurlo a partecipare alla «congiura» finalizzata alla distruzione del nemico: «Il revisionismo prudente, continuista e senza scosse usato per silurare quello imprudente, improvvisatore e fautore dei sobbalzi: ecco l'essenza del togliattismo». Una lotta senza quartiere che secondo Argentieri indusse Togliatti persino a un viaggio che le condizioni di salute non gli avrebbero consentito di intraprendere per «far fuori l'odiato Krusciov» al prezzo di una «rinuncia alla Val d'Aosta». Le celebrazioni per il trentesimo anniversario della morte del Migliore non potevano iniziare in modo più polemico. Pierluigi Battista Il segretario del pei fu coinvolto nel processo di restaurazione neostalinista in Urss o Nikita Krusciov, «defenestrato» il 14 ottobre 1964. A destra, Leonid Breznev Ponomariev uno dei principali «congiurati», con Suslov e Breznev, che lavoravano alla destituzione di Krusciov. Sopra, Palmiro Togliatti