I «colpi di Luna» dei collezionisti

25 anni dopo Dai «souvenir» alle pietre, dalle tute spaziali ai pezzi di astronave 25 anni dopo Dai «souvenir» alle pietre, dalle tute spaziali ai pezzi di astronave I «colpi di Luna» deì collezionisti ANCHE il collezionista ha il suo colpo di Luna: c'è chi vorrebbe portarsi a casa un pezzo del nostro satellite, un souvenir, una testimonianza della conquista. E' fiorito all'improvviso il «collezionismo selenico»? Alberto Bolaffi, filatelista con le radici nella storia, emerge da uffici dove un'aria ottocentesca si mescola ai lampi dell'ultimo computer. Ha capelli bianchi e un sorriso cauto: «Sta incominciando a fiorire. Difficilmente si è collezionisti della realtà contemporanea, altrimenti avremmo tutti comprato Picasso nel 1910 o in tempi più recenti avremmo raccolto juke-box degli Anni Cinquanta che possono valere fino a 100200 mila dollari». Ma lui, o meglio il suo archivio storico, si è affrettato fin da «quel magico» 16 luglio 1969, data del lancio di Apollo 11, ad acquistare i quotidiani che nel mondo parlavano dell'evento; e poi, giorno per giorno, con le notizie che l'uomo si avvicinava alla Luna, girava intorno, camminava sull'inquietante suolo, ripartiva e tornava a casa. «Questa raccolta di giornali - dice Bolaffi - ha già il sapore del passato: le pagine sono ingiallite, un po' come le prime edizioni di Verne». Sono oggetti normali che acquistano valore nel tempo mentre spesso le medaglie commemorative o le invenzioni fatte apposta per i collezionisti rischiano di naufragare. Con le dovute eccezioni, beninteso. Esempi? «La Luna ha dato alla storia postale il suo annullo più importante: il mitico "Moon Landing", cioè il timbro che Neil Armstrong, nominato per l'occasione Po- stmaster, ha messo su una busta affrancata con la prova del francobollo commemorativo. Sanciva la data e il nome del Paese che per primo metteva piede sulla superficie lunare». La busta appartiene al governo americano e ogni tanto viene esposta. Ma agli astronauti, anche nelle spedizioni successive, è stato consentito di portare sulla navicella diversi souvenirs (Bibbie, foto di familiari, bandiere, cioè buste affrancate) e sono diventati «pezzi» da collezione. Spiega Bolaffi: «Sì, buste che sono state sulla Luna, con timbri di partenza e ritorno, e hanno fatto la quarantena perché si temeva il contagio selenico. Sono testimonianze dell'incredibile viaggio». La conquista dello spazio ha recato altre primizie postali, come le lettere inviate dalla Terra agli astronauti russi, con gli agganci in orbita, e viceversa. Cimeli rari dai prezzi altissimi. «Una di quelle buste portate su dagli astronauti può valere dai 15 ai 70 milioni. La prima lettera ricevuta nello spazio da un cosmonauta russo, dopo l'incontro tra le Soyuz 4 e 5, l'ho comprata da Sotheby's per oltre 200 milioni di lire». Ma c'è qualcosa di spaziale più a buon mercato? «Una busta che ha viaggiato nello spazio può costare anche solo 130 mila lire come quelle spedite nel 1983 sul Challenger per celebrare i 25 anni della Nasa». E poi esiste un francobollo russo, per lettere indirizzate ad astronauti nello spazio: lo si compra alla Posta. E la caccia agli oggetti? C'è chi fa follie per l'usato: la Soyuz IM 10 è stata venduta per oltre un milione e mezzo di dollari. Altri cercano le tute: quelle di partenza pressurizzate, o di soggiorno, o per la passeggiata cosmica, le più rare. Ambitissimi, pare, i «badge», quei cartellini di riconoscimento con foto e la scritta: «Sono un astronauta, accompagnatemi al posto di polizia». Non si sa mai, piombati in Siberia o nel deserto, potevano essere scambiati per extraterrestri. Difficile mettersi in tasca pietre lunari. Gli americani ne hanno raccolte molte. Eppure Alan Bean, pilota del modulo di Apollo 12 che ora dipinge paesaggi, giura di aggiungere alla tavolozza polvere lunare. Risultato: un suo quadro si vende a 60 mila dollari. «Sono arrivate sul mercato - ricorda Bolaffi - le pietre russe prese dalle sonde: una scheggia ha raggiunto a un'asta americana 460 mila dollari». E la fantasia? Sempre più rara. Si rivalutano sogni, avventure, immagini di quando la Luna, non ancora conquistata, splendeva come un punto interrogativo, simbolo di un «altro mondo». Cresce il fascino di libri, stampe, manifesti, fumetti da Flash Gordon a Tintin. Tra le incisioni d'epoca spiccano le settecentesche visioni lunari di Filippo Morghen che disegnava esseri fantastici, case sugli alberi, zattere trainate da misteriosi animali. Oppure i poster dei film ispirati a Verne, con un gran traffico di macchine volanti, come «A la conquète du Póle» di Méliès (1912). L'autore dei viaggi straordinari brilla di nuova luce, e così i suoi manoscritti, le prime edizioni. Piero Gondolo della Riva, studioso del pianeta verniano (ora cura la pubblicazione a Parigi di un romanzo inedito), ha raccolto anche marionette lunari. Erano d'attualità nel 1876 al Teatro Gianduja di Torino dove la compagnia Lupi metteva in scena uno spettacolo ispirato all'operetta di Offenbach, «Le voyage dans la Lune», che aveva attinto con molta disinvoltura ai romanzi di Verne. Queste figure di cartapesta rappresentano abitanti del nostro satellite: un uomo e una donna argentei, un ambiguo animale, e perfino un carabiniere con selenico pennacchio. Luna strapaesana. Ma quale cimelio spaziale può concedersi l'uomo della strada? Bolaffi stavolta non promuove i francobolli. Sospira: «Se ha in casa una Bibbia, un Talmud, un Corano, ha già qualcosa dello spazio». Ernesto Gagliano La prima busta timbrata da Armstrong è custodita dal governo americano Ma pezzi da collezione sono anche libri e foto portati dai lunauti La prima lettera ricevuta nello spazio da un cosmonauta russo dopo l'incontro tra Soyuz 4 e 5 è stata comprata da Sotheby's per oltre 200 milioni di lire MWÌ„UE l_. LUNE. PATES ALIMENTAIBES mMM A destra uno dei 204 cosmogrammi trasportati sull'Apollo 11 con autografi di Collins, Armstrong e Aldrin. A sin.: in alto il francobollo che commemora l'uscita di Leonov nello spazio. In basso un manifesto francese del 1900

Luoghi citati: Parigi, Siberia, Torino