«Sarai mia per sempre» Le spara davanti al bimbo di R. Cri.

Treviso, dopo l'omicidio si è suicidato Treviso, dopo l'omicidio si è suicidato «Sarai mia per sempre» Le spara davanti al bimbo L'uomo voleva riallacciare la relazione Il piccolo ha dato Vallarme allo zio TREVISO. Non voleva rassegnarsi all'idea di dover rinunciare alla donna che ancora amava. Dopo che lei lo aveva lasciato i tentativi di riconquistarla erano tutti falliti. Anzi, fra i due i rapporti erano diventati sempre più tesi e gli ultimi mesi erano stati costellati da continui litigi e perfino da denunce. Ieri, infine, l'ex storia d'amore si è conclusa con un tragico epilogo. Ha ucciso la donna che amava scaricandole addosso quasi tutto il caricatore della sua «Beretta 7,65». Poi si è suicidato con un colpo alla tempia esploso dalla stessa pistola davanti al figlio di otto anni della ex compagna. L'omicida-suicida è un impiegato di 33 anni, Fabio Pavan, che viveva con i genitori a San Stino di Livenza, in provincia di Venezia. L'uomo non aveva accettato la fine del rapporto, cominciato circa tre anni fa, con Paola Fava, un'operaia di 34 anni che abitava a Carbonera, nel Trevigiano. La donna si era legata sentimentalmente con Pavan dopo la separazione dal marito, ma alcuni mesi fa aveva interrotto bruscamente la relazione e da allora era stata costretta a subire le rimostranze del suo ex compagno che pretendeva di riallacciare ad ogni costo il rapporto. I litigi tra i due erano frequenti: Paola Fava si era anche rivolta ai carabinieri per impedire le continue ingerenze dell'uomo nella sua vita privata finendo anche per denunciarlo dopo che Pavan si era spinto al punto di minacciarla di morte. Ieri, poco dopo mezzogiorno, l'impiegato si è recato a Carbonera ed è andato a della donna. Ad aprirgli la porta è stato il figlio, la mamma infatti era dal fratello che abita a un centinaio di metri. Il bambino si è insospettito dallo strano comportamento di Pavan e gli ha chiesto perché teneva il braccio stretto vicino al corpo. L'uomo, che stava nascondendo la pistola, ha cercato di tranquillizzarlo dicendogli che si era rotto il braccio. Dopo pochi minuti è arrivata Paola Fava. Il tempo di trascinare il bambino nella stanza da bagno, la cui porta però è rimasta aperta, e Pavan ha cominciato a sparare. Ha esploso contro la donna quasi tutto il caricatore: almeno quattro proiettili l'hanno raggiunta al torace e al volto. Un istante dopo Pavan si è puntato l'arma alla tempia sinistra e ha fatto fuoco. La porta del bagno, che dà sul corridoio dell'appartamento in cui si è consumata la tragedia, si è spalancata all'improvviso e il bambino è corso in strada in lacrime, urlando. Quindi ha raggiunto l'abitazione dello zio, Graziano Fava, e ha gridato: «Zio, zio, hanno sparato alla mamma». Quando sono arrivati i soccorsi, Pavan era ancora in vita. E' stato trasportato all'ospedale di Treviso dove i medici hanno accertato che era in coma: il proiettile gli aveva trapassato il cranio e sono stati vani tutti i tentativi di salvarlo; l'uomo è morto poco dopo le 13,40. Sul luogo dell'omicidio-suicidio, gli agenti della squadra mobile di Treviso hanno recuperato la «Beretta» e, poco distante da dove si era accasciato Pavan, un caricatore ancora pieno. [r. cri.]

Luoghi citati: Carbonera, San Stino Di Livenza, Treviso, Venezia