Esplode l'aereo, morti 18 manager ebrei di E. St.
Esplode l'aereo, morti 18 manager ebrei C'è anche una pista-narcos: uno degli uccisi era sospettato di riciclare denaro per i colombiani Esplode l'aereo, morti 18 manager ebrei Panama, dopo Buenos Aires l'ombra di un altro attentato antisemita AMERICA LATINA PANAMA. In quello che potrebbe rivelarsi il secondo attentato antiebraico in America Latina nel giro di 48 ore (dopo la strage di Buenos Aires) un aereo passeggeri è esploso ieri poco dopo il decollo dall'aeroporto di Colon, in Panama, provocando la morte di tutte le 21 persone a bordo, in maggioranza uomini d'affari ebrei. La sciagura è avvenuta alle 16,30 circa (le 23,30 in Italia). Molti testimoni hanno visto il velivolo, un Embraer modello «Bandeirantes» di costruzione brasiliana, della compagnia locale Alas, scoppiare in aria, poco dopo il decollo, e precipitare a una decina di km dall'aeroporto di Colon, all'imbocco del Canale di Panama sulla costa caraibica. L'esplosione in volo la pensare a un possibile attentato. L'aereo era diretto a Città del Panama, sulla costa del Pacifico. La carlinga si è staccata dalla fusoliera e i due spezzoni sono precipitati sul Monte Santa Rita, spargendo pezzi e cadaveri nel raggio di un chilometro. Le vittime sono i tre membri dell'equipaggio e 18 passeggeri, almeno 12 dei quali (ma forse tutti e 18) erano uomini d'affari ebrei. Nel caso l'incidente risultasse un attentato, ci sarebbe però una pista alternativa alla matrice terroristica islamica: fra le vittime c'era anche un gioielliere, Saul Schwartz, 35 anni, sospettato di legami con il crimine organizzato. L'anno scorso Schwartz era stato vittima di un sequestro di persona e aveva riconquistato la libertà versando un riscatto ingente ma di cui non si conosce l'importo preciso. Secondo i giornali panamensi, Schwartz aveva recentemente ricevuto minacce da parte dei narcotrafficanti e un suo familiare aveva subito un attentato. Era proprietario della ditta Simar Joycros che la magistratura italiana lo scorso gennaio aveva sospettato di essere collegata con una rete di riciclaggio dei ricavi del traffico di droga controllato dai boss del colombiano Cartello di Cali. Il ruolo di Schwartz sarrebbe stato l'acquisto di lingotti d'oro per conto dei «narcos». Resta comunque l'ipotesi del terrorismo islamico. A Buenos Aires le squadre di soccorso continuano a cercare cadaveri (o improbabili superstiti) fra le macerie del centro ebraico distrutto da una bomba. I cadaveri rinvenuti fino a ieri sera erano 35 e mentre i dispersi risultavano 76. Squadre di soccorso israeliane giunte a Buenos Aires stanno cooperando alle operazioni. Gli esperti hanno individuato una zona del secondo piano dell'edificio crollato (ne aveva sette) dove potrebbe esservi gente in vita. Il problema è che si calcola che ci vorranno almeno tre giorni per liberare le macerie sovrastanti; è una lotta contro il tempo. Il ministro argentino dell'Interno, Carlos Ruckauf, ha annunciato che sono arrivati nel Paese per cooperare alle indagini anche agenti dcll'Fbi. Ieri mons. Estanislao Karlic, vescovo di Parano (Argentina nord- occidentale) è diventato il primo esponente della gerarchia cattolica argentina a pronunciarsi pubblicamente a favore della pena di morte, in relazione alla strage di tre giorni fa. «Così come la dottrina generale della Chiesa non esclude la legittima difesa, non esclude neppure - ha detto mons. Karlic - la legittima difesa estrema della società che è la pena di morte». Dopo l'attentato anti-ebraico di lunedì, il presidente della Repubblica Carlos Menem aveva detto che in casi di «delitti bestiali» bisognerebbe reintrodurre in Argentina la pena di morte. [e. st.]
Persone citate: Alas, Carlos Menem, Carlos Ruckauf, Colon, Estanislao Karlic, Saul Schwartz, Schwartz
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