Cusani: «Mi volete processare due volte» di S. M.

Cusani: «Mi volete processare due volte» Cusani: «Mi volete processare due volte» UDIENZA ENIMONT MELANO. Un'altra udienza senza storia, al processo Enimont. Quella che doveva essere la riedizione, più vasta, del processo Cusani, si sta rivelando solo uno stanco replay. Ieri, infatti, sono stati chiamati a testimoniare sette «indagati in procedimento connesso». E tutti e sette si sono «avvalsi della facoltà di non rispondere». Cosi al pm Antonio Di Pietro non è restato altro che depositare vecchi verbali. «Vorrei cominciare da dove ho lasciato - dice Di Pietro, cominciando a chiamare i testi - cioè da Sergio Cusani». Il finanziere si siede e legge un comunicato: «E' mia ferma convinzione che mi si voglia processare una seconda volta... In questo contesto non comprendo come io debba essere ascoltato tra i primi non essendo messo nella condizione di rispondere di¬ fendendomi, fermo restando il principio che non sono mai stato un collaboratore del pubblico ministero né lo sono diventato dopo la sentenza e quindi non intendo scaricare su nessuno le mie responsabilità... Intendo rimanere spettatore esterno». Cusani legge, Di Pietro ascolta seccato, poi sbotta: «Chi è chiamato può solo dire se intende rispondere o no, non leggere proclami». Ma nessun altro, dopo Cusani, va oltre il semplice: «Mi avvalgo». Scorrono così via in fretta Enrico Ferranti (ex direttore finanziario Eni), Carlo Croce (collaboratore di Cusani), Odilio Masseroli (amministratore della Simmont), Pino Berlini (l'uomo in Svizzera dei Ferruzzi), Domenico Bonifaci (il costruttore che creò la «provvista») e Antonio Testa (suo collaboratore). [s. m.]

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