Decreto si riparte da zero

Il governo terrà conto anche di un disegno di legge dell'opposizione Il governo terrà conto anche di un disegno di legge dell'opposizione Decreto, si riparie da lero //presidente del Consiglio sigla la pace al Quirinale Scoppia la rissa tra il ministro Maroni e Botteghe Oscure ROMA DALLA REDAZIONE Evitata la crisi, ieri si è provveduto innanzitutto a far scomparire il decreto della discordia. Dopodiché, si è passati alla ricucitura dei rapporti all'interno della maggioranza e di un'immagine di stabilità per il governo. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è salito al Quirinale per riferire al presidente della Repubblica sull'accaduto, mentre a Montecitorio respinto il decreto, ci si prepara alla presentazione, non di uno, ma di due disegni di legge sulla custodia cautelare. Oltre a quello a cui sta lavorando il governo, ci sarà la proposta progressista. Una proposta che il governo si è affrettato ad accogliere nel migliore dei modi. Il ministro della Giustizia, Alfredo Biondi, ha sottolineato la presenza di «molte analogie con la proposta del governo». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Giuliano Ferrara, ha spiegato che chiederà oggi, nel corso della riunione dei capigruppo della Camera, che i due testi siano discussi congiuntamente ed approvati. Domani, invece, durante il Consiglio dei ministri - ha riferito sempre Ferrara - il governo adotterà il suo disegno di legge. Definito il calendario dei lavori parlamentari, la maggioranza ora punta, dunque, a ritrovare l'equilibrio. «L'armonia nella maggioranza di governo c'è, e sta proprio in questi bracci di ferro», ha avvertito il leader della Lega, Umberto Bossi. «Ora bisogna vedere, e non è se- condario, cosa faranno i magistrati. Penso - ha proseguito - che daranno un segnale al Paese e che, tutto sommato, l'intera vicenda sia figlia dei tempi che abbiamo vissuto». «Non tutti i guai vengono per nuocere: credo che la maggioranza esca ricompattata da questa vicenda e acquisti nuovo vigore», è stato il commento di Pier Ferdinando Casini, coordinatore nazionale del Centro cristiano democratico. Identici i toni del leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini. Nonostante gli sforzi, però, non sono mancate le polemiche. Ha iniziato ieri mattina il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, durante un'intervista alla trasmissione radiofonica «Radio anch'io»: «Se non ci fosse stata all'interno della maggioranza la forte determinazione della Lega a bloccare il decreto, non credo che questo sarebbe stato bloccato». In seguito, chiacchierando con i giornalisti in Transatlantico, ha prima annunciato di aver ricevuto i complimenti dell'ex segretario del Pds, Achille Occhetto. Poi, intervistato dal Tg3, ha invitato il Pds a prendere esempio dalla Lega per imparare a fare opposizione. Immediata la reazione di Botteghe Oscure. In Senato è stato Cesare Salvi, capogruppo dei progressisti, ad invitare il ministro ad «una moratoria del silenzio per qualche giorno. Con un'unica eccezione: venire in Senato a rispondere alla nostra interpellanza urgente sulle sue stesse inquietanti e tardive dichiarazioni sui reali motivi che avrebbero indotto alcuni membri del governo a ricorrere allo strumento del decreto sulla custodia cautelare e contro la libertà di stampa». «Ridicolo» per Salvi il «gratuito e infondato attacco alle opposizioni. Se i progressisti non fossero insorti la sera stessa dell'infausta seduta del Consiglio dei ministri e se già giovedì mattina non avessero costretto il governo -nella persona del ministro della Giustizia - a dar conto al Senato del suo operato, il colpo di spugna sarebbe passato. Con la firma di Maroni e mentre lo stesso definiva "necessario", anche se "ingiusto" il decreto "salvaladri"». Lo stesso invito è giunto dalla Camera, mentre l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, definiva Maroni «un anti-presidente del Consiglio che ha dimostrato di essere uomo scaltro, abile, prudente, deciso, prepotente e che molto furbescamente ha posto la sua candidatura a leader del partito dei giudici, insomma, novello Robespierre ritornato alle origini». Il fronte anti-Maroni è ben presente anche all'interno del governo. Lo guida il ministro della Giustizia: «L'elenco dei reati da escludere dalla custodia cautelare era noto urbi et orbi - ha detto ieri Biondi - se poi gli orbi non ci vogliono vedere... pazienza». Roberto Maroni

Luoghi citati: Roma