«Che noia il mito di Coppi» di Giorgio Calcagno

A Tortona critiche per la dedica di un centro sportivo A Tortona critiche per la dedica di un centro sportivo «Che noia il mito di Coppi» DOVE si ha paura di Fausto Coppi? Ma a Tortona, naturalmente. Mentre Ponte a Ema festeggia gli 80 anni di Gino Bartali con cortei storici, sbandieratori e luminarie al bar «L'intramontabile», dalla città piemontese parte uno stop contro ulteriori onoranze al Campionissimo. Ma come, non è stato lui, per riconoscimento di Bartali stesso, il più grande? Non è Coppi l'uomo che ha sbriciolato tutti i rivali, dal Pordoi allo Stelvio, dal Puy de Dome all'Alpe d'Huez? La parola Coppi vive da quarant'anni, nell'immaginario collettivo, come sinonimo di un uomo solo al comando, il corridore in maglia bianco-celeste, che si tingeva di rosa, di giallo, di tricolore o di iride a seconda delle vittorie. Ma nel paese da cui l'aquila ha spiccato il volo su questo immaginario preferiscono andare più cauti. Il Comune di Tortona, che aveva pensato di titolare un centro sportivo all'ex garzone salumiere di Castellania diventato campione del mondo, si è sentito dire no dalla frazione della scuola interessata. «Basta Coppi - hanno reagito quei tortonesi -. E' già dedicato a lui lo stadio, una strada; dovremo intitolargli anche le panchine dei giardini pubblici?». L'abuso del nome, secondo quei compaesani, rischia di provocare la fine del mito. E allora, via il nome. Povero Fausto, non gli è bastato conquistare cinque Giri d'Italia, due di Francia, il primato dell'ora, il campionato del mondo contro gli avversari più intemerati, per vincere la partita della memoria. Il ricordo della dama bianca cova subdolo, c'è qualche cosa che i suoi stes¬ si tifosi non devono avergli perdonato più. Anche lui aveva il naso triste come una salita, ma non è mai riuscito a ispirare una canzone a Paolo Conte. L'uomo più bersagliato dalla sfortuna, vittima di tante rovinose cadute nella sua carriera, ucciso a 40 anni da un errore di diagnosi, deve assistere al trionfo dei grande antagonista senza poterlo contrastare nemmeno fra i suoi compaesani. Per lui un bar «Il campionissimo», dove riunirsi a rievocare le sue imprese, non c'è. Non ci resta che Bartali, per salvarlo: se ha mantenuto quelle virtù che ricordava l'arcivescovo di Firenze, nella Messa per l'ottantesimo (ma per Coppi, quale vescovo si è mai mobilitato?). Forza Gino, passagli ancora una volta quella borraccia, che hai dato al rivale in maglia gialla, su una salita del Tour 1949. Fai dedicare a Coppi un Centro sportivo in Ponte a Ema. Giorgio Calcagno

Persone citate: Bartali, Coppi, Fausto Coppi, Gino Bartali, Paolo Conte

Luoghi citati: Castellania, Comune Di Tortona, Ema, Firenze, Francia, Italia, L'aquila, Stelvio