il cattivo sceriffo di Nottingham e i bravi sceriffi di Napoli

c AL GIORNALE // cattivo sceriffo di Nottingham e i bravi sceriffi di Napoli Chi ci rimette è il pensionato Cambiano i governi, si passa dalla prima alla seconda Repubblica, ma il sistema rimane lo stesso, quello dello sceriffo di Nottingham: togliere ai poveri per dare ai ricchi. Infatti sui vari quotidiani non manca giorno che si leggano notizie allarmanti riguardo alle voragini nella finanza pubblica e agli eventuali (che però diventeranno presto realtà) interventi del governo per porvi rimedio. E cioè, come è ormai un vizio consolidato: tagliare sulla previdenza, abolendo l'ultima rata alle pensioni d'annata (già slittata di un anno al gennaio 1995); rinviando lo scatto di contingenza, previsto per il prossimo novembre, all'inizio del 1995 (a essere ottimisti); e infine eliminando, sic et simpliciter, la scala mobile ai pensionati. Giovanni Ferrerò, Torino Quando Mamma Rai abolisce Dissento in linea di massima sui contenuti della lettera del sig Gatto di Potenza, per gli apprez zamenti a 360° su Mamma Rai In primo luogo è stato abolito, senza preavviso di sorta, il «Giornale dall'Italia» dedicato ai nostri connazionali all'estero Un autorevole personaggio della Rai, suppongo, rispondeva su questa rubrica che era in cantiere un miglioramento di tale servizio; intanto prima di sopprimerlo, sarebbe stato meglio averne un altro sotto mano e non lasciare in asso migliaia di ascoltatori. L'uso poi delle onde corte, su tale servizio, lo trovo inadatto e poco pratico, perché l'ascolto diverrebbe assai problematico in quanto i normali ricevitori portatili non hanno le onde corte ed in ogni caso bisognerebbe disporre di una buona e valida antenna esterna, esclusivamente per tale gamma. Come fuor di luogo trovo la trasmissione del «Bollettino del mare» che ci informa sulla forza, la direzione dei venti ecc. ecc. Tutte cose che interessano poco o niente alla normale utenza radiofonica casereccia... Con ciò non dico di eliminarla, ma dirottarla su precise frequenze marittime interessando soltanto gli addetti ai lavori, cioè gente che va per mare. In terzo luogo prima di sapere cosa succede nel nostro pianeta bisogna spettare il 2C programma e cioè alle ore 6,30. Un'ultima cosa, sarebbe utile e consigliabile che, alla fine della sigla Giornale Radio Rai, si dicesse anche se trattasi del 1° o del 2° programma e non lasciare alle nostre orecchie la distinzione attraverso la conoscenza dell'annunciatore. Tutto quanto esposto non mi sembra un miglioramento; speriamo che il nuovo Cda si preoccupi anche di questi dettagli che hanno anche loro una giusta collocazione per l'utenza radiofonica che non va sottovalutata. Ignazio Conti, Cuneo La libertà di stampa Non c'è dubbio che la libertà di stampa - quanto ogni e qualsiasi altra libertà di lavoro, di studio, della giustizia, della sicurezza, della sanità, della previdenza ecc - vada difesa a patto che si dica con realismo da chi e per chi lo si faccia. Se lo si fa in nome e per conto di cinquanta milioni di italiani che a turno si vorrebbero potenziali lettori oltre che sostenitori di tante libertà, allora l'iniziativa è tutta da condividere. Per come sono andate le cose in questo mezzo secolo di vita democratica, tuttavia, sussistono molte riserve al riguardo. Se la libertà è stata totale - a parte le inevitabili compiacenze - per alcuni, è stata limitata, povera, pressoché inesistente portanti altri. Luigino Ferrari, Verona Città blindata per il G7 Col vertice dei G7 a Napoli si è vista una democrazia al guinzaglio, una città in stato d'assedio e i cittadini semi segregati impediti di circolare liberamente nella loro città. Un sistema tipico dei Paesi a regime totalitario, persino l'utilizzo di reparti dell'Esercito, nemmeno durante il periodo fascista c'era un simile spiegamento di forze quando si muoveva Mussolini o il Re. Non bastava un normale servizio rinforzato di ordine pubblico con una discreta sorveglianza dei servizi segreti. come in tutti i Paesi dove c'è una vera democrazia? E' già avvilente vedere i nostri ministri e vari uomini pubblici circondati da guardie del corpo come tanti boss mafiosi. Siamo un popolo civilmente evoluto, o un Paese di anarchici dove tutto ciò che è istitu¬ zione è da aborrire? Un ministro, un Capo di Stato, anche se straniero, lo stesso Papa, al cittadino può anche non andare più in là della semplice curiosità, interessarlo solo marginalmente. In America gli spostamenti e la sorveglianza del Presidente e della Casa Bianca sono controllati da semplici poliziotti e con discrezione dal servizio segreto; in Inghilterra al n. 10 di Downing Street c'è solo un annoiato Bobby. Di contro in Italia, Quirinale e palazzo Chigi sono presidiati come fortezze da un'intera guarnigione con i vari corpi delle Forze Armate; dove sono i servizi segreti che al contribuente costano migliaia di miliardi a loro assegnati per i loro compiti per la difesa del Paese e delle istituzioni? Dopo il marchiano sfarzo alla reggia di Caserta in onore dei «grandi della terra», tipica espressione del provincialismo degli italiani, c'è da chiedersi: siamo una Repubblica fondata sul lavoro la cui sovranità appartiene al popolo, o una Repubblica regia, Sabauda-Borbonica. Enzo Carteny, Torino Le risposte delle religioni Si parla spesso del fenomeno delle nuove religioni (Chiesa di Scientology, Chiesa dell'Unificazione, Hare Krishna ecc.) con toni di sufficienza o addirittura di preoccupazione. Mi sembra però evidente che non passa giorno in cui droga, mafia, corruzione, aberrazione e folli decisioni politiche non balzino prepotentemente all'attenzione della collettività. Sintomi questi, secondo me, di una società spiritualmente malata. Le religioni ufficiali appaiono incapaci di offrire risposte soddisfacenti ora che l'umanità, per la prima volta nella storia, possiede la concreta capacità di auto¬ distruggersi. Dall'altro versante il «sessantottismo» ed altri «ismi» hanno rivelato in pieno la loro inconsistenza. Queste dottrine sembrano perciò ormai inadeguate ad indicare una possibile via d'uscita. Al contrario i movimenti che ho citato (e probabilmente anche altri che però non conosco) danno risposte concrete agli interrogativi di quest'epoca e di sempre, tracciando ognuno una sua strada diretta alla soluzione delle malattie spirituali di questa società. Non è certo una cosa nuova questa, ma è spesso nuovo il modo in cui ciò viene fatto. Ed a questo punto saltano puntualmente fuori persone critiche che gridano il loro sdegno per come questi movimenti plagino le menti dei giovani per sfruttarli. Le accuse si sprecano: gli Unificazionisti sottraggono i giovani alle famiglie, la Scientologia è un imbroglio, gli Hare Krishna fanno il lavaggio del cervello ecc. Posso comprendere che alcune caratteristiche di questi gruppi possano apparire insolite ad un osservatore esterno e può essere che qualche «adepto» abbia male interpretato le dottrine del proprio movimento, alimentando idee errate nell'opinione di chi viene a contatto con lui. Ma ciò non significa assolutamente che le vere dottrine di quel movimento non siano valide o degne di rispetto. Nel dubbio esiste poi comunque la possibilità di informarsi. Ma senza essere informati non ci si può arrogare il diritto di giudicare. In fondo queste persone spesso valgono più di tanti affermati e rispettati professionisti (politici, psichiatri ecc.) i quali quotidianamente, trattando l'uomo come animale privo di una sua identità spirituale, danno il loro contributo alle forze che stanno abbassando il livello della nostra società. Guido Maschio, Torino

Persone citate: Cuneo, Enzo Carteny, Giovanni Ferrerò, Guido Maschio, Hare Krishna, Ignazio Conti, Mamma Rai, Mussolini