«Eccomi, non potete arrestarmi» di Angelo Conti

«Eccomi, non potete arrestarmi» «Eccomi, non potete arrestarmi» Si costituisce dopo otto mesi di fuga FAVORITI DALLA LEGGE SONO latitante da otto mesi. Ma è troppo scomodo. Adesso, con il nuovo decreto potrò finalmente starmene tranquillo, a casa mia». Si è presentato così, ieri mattina, ai carabinieri della stazione Pozzo Strada, Antonio Salerno, 37 anni, ex finanziere ed ex imprenditore, che dal novembre scorso era inseguito da un ordine di custodia cautelare per associazione a delinquere e truffa firmato dal gip Ombretta Salvetti. I carabinieri hanno controllato la sua identità, verificati i capi d'accusa, informato il magistrato, ed hanno poi provveduto ad accompagnarlo in corso Sebastopoli 241, a casa della convivente. Qui attenderà gli sviluppi del suo processo, che è ormai imminente, evitando anche lo sfavorevole status di «contumace». Antonio Salerno, insieme al fratello Giancarlo, e ad Antonio Pellegrino, era titolare della «Publifin Zodiaco Eba International Group» che sino all'autunno scorso aveva uffici in corso Siccardi 15. La Publifin contattava aziende in difficoltà ed offriva loro cospicui finanziamenti (minimo un miliardo) a tassi favore- voli. «Siamo collegati - spiegavano ai clienti - a banche europee, americane, di Hong Kong e Singapore. E possiamo anche usare denaro di fondi neri di alcuni partiti». Per essere più convin- centi millantavano parentele ed amicizie con esponenti politici socialisti. Gli interessi applicati erano dell'8%, restituzione in dieci anni. Per istruire le pratiche si chiedeva l'l% del prestito necessario, comunque milioni. Nel giro di due anni han- no sottoscritto questo impegno ben 167 amministratori di ditte: costruzioni, metalmeccaniche, trasporti, vendite auto. Ma nessuno, al momento del blitz della squadra mobile nel novembre scorso, aveva ancora riscosso un soldo. Mentre la Publifin avrebbe incassato 5 miliardi attraverso gli «acconti» per le spese. Una piccola percentuale di questa somma era stata versata a nu¬ merosi commercialisti (alcuni di fama) che avevano consigliato ai loro clienti, pare in buona fede, di rivolgersi alla Publifin, per sanare situazioni difficili. Otto mesi fa erano stati arrestati Giancarlo Salerno (che ha precedenti per una vicenda di coca-party) e Antonio Pellegrino, mentre Antonio Salerno aveva fatto perdere le sue tracce. La Mobile sospettò allora che si fosse rifugiato in Francia e lì, sulla Costa Azzurra, potrebbe avere trascorso la latitanza. Sino ai giorni scorsi, quando ha raggiunto Torino per «esaminare la situazione» successiva al decreto. Ha interpellato l'avvocato Zanalda ed ha suonato alla porta della stazione carabinieri Pozzo Strada, la più vicina a casa. Gli imputati si sono sempre difesi sostenendo di avere agito in buona fede: «Non garantivamo nulla, lo dicevamo con chiarezza. Presentavamo le domande alle varie banche ed erano gli istituti di credito a decidere se concedere o meno i prestiti». Resta da chiarire che fine abbiano fatto i cosiddetti anticipi. Angelo Conti

Persone citate: Antonio Pellegrino, Antonio Salerno, Giancarlo Salerno, Ombretta Salvetti, Zanalda

Luoghi citati: Francia, Hong Kong, Singapore, Torino