Calleri: sarà un Toro di uomini veri di Claudio Giacchino

Raduno granata: maglie vergini (in attesa di uno sponsor), fiducia nei tifosi e in Rampanti Raduno granata: maglie vergini (in attesa di uno sponsor), fiducia nei tifosi e in Rampanti Calieri; sarà un Toro di uomini veri Obiettivo, ripetere il '94 TORINO. Il nasone di Silenzi, il pizzetto di Osio, il sorriso giovane di Falcone, il silenzio di Pastine: e poi tante facce nuove. Qualcuna nota come quella di Rizzitelli, due inconfondibili come i volti sprizzanti furbizia e simpatia di Abec'ì n« 'e e Angioma. Tutte le alt i.a conoscere. Ecco il Toro uì» Oian Marco Calieri smante'1 -".u, ricostruito e affidato a Rosario Rampanti, esordiente sulla scena del calcio che conta. La squadra, seduta in cerchio attorno al tavolo dietro al quale seggono presidente e allenatore, è presentata dal suo pigmalione. Dal giardino della sede s'alzano i cori e gli evviva di oltre seicento tifosi: le grida diventano ovazioni quando i calciatori s'affacciano al balcone. Gli ex re neri di Marsiglia, Pelé e Angioma, berrettino granata in testa e bandiera in mano, sono già i più amati. E loro se ne stupiscono, si guardano meravigliati, ridono, rispondono agli applausi, moltiplicandoli con lo sventolare degli stendardi, confidano che mai si sarebbero aspettati un'accoglienza simile, che in Francia questo fenomeno del raduno con i sostenitori festanti non esiste. Angioma, un cuor contento sempre pronto allo scherzo, dà un colpetto al cappellino del compagno mettendoglielo sulle ventitré, sospira: «Mon ami, penso proprio che il Toro ci piacerà». Ovviamente piace a Calieri che, piacendo a sua volta, non fa promesse: «Inutile e facile farlo, garantisco solo due cose da parte della squadra: impegno e serietà. Abbiamo scelto uomini, non solo giocatori. Ai ragazzi chiedo un campionato senza patemi, se riusciamo a risanare completamente la società e a ripetere l'ultimo torneo, beh, avremo raggiunto un traguardo eccezionale». Sui travagli finanziari il presidente-salvatore spende ancora due frasi: una per informare «che si è quasi fuori dal tunnel», l'altra per ribadire come la città sia assente, «l'unica persona che mi ha dato un aiuto concreto è un imprenditore, l'ingegner Cottino». Già, nemmeno uno sponsor s'è fatto avanti, stando così la situazione le maglie granata saranno, ne godranno i romantici, intonse, sul petto nessuna scritta: come quindici anni fa, quando la pubblicità era vietata. Che cosa l'ha vietata, ora? Forse che Calieri pretende troppi soldi? No, il presidente pare disposto a fare ponti d'oro a chiunque voglia farsi avanti, prende una maglia, l'allarga e la liscia ben bene sul tavolo, scherza: «Se qualcuno si propone è ben accetto, oltre al nome qui, al centro, ben visibile, gli metto ariche la foto». Zero sponsor, zero aiuti. E i tifosi? La risposta calleriana: «Loro diranno presente, hanno capito il nostro grande sforzo». Il patron parla sempre al plurale perché accomuna nella propria opera Rampanti, il tecnico che ha fatto meraviglie con la Primavera (due scudetti in quattro stagioni) e, nella sorpresa generale, è stato promosso condottiero. Calieri l'ha definito «uno dei migliori allenatori d'Italia», lui minimizza: «Sono uno degli allenatori italiani». Poi ribadisce che tutti i giocatori nuovi (sono ben quindici, sedici se consideriamo anche il ritorno a casa di Zago) «sono stati scelti in base ad una precisa va¬ lutazione, tutti sono stati presi perché li abbiamo ritenuti adatti alla squadra che intendevamo allestire». Rampanti dà l'idea di essere uomo pratico, che spreca poche parole: spiega che uno dei criteri ispiratori della rifondazione torinista si chiama «motivazione». Perché «abbiamo scelto tutta gente che ha, o almeno lo speriamo, grosse motivazioni, che ha rivincite da prendersi o che ha da dimostrare di valere. Ad esempio Rizzitelli: se non è incavolato lui (dopo un campionato in panchina alla Roma, ndr)... M'auguro che Rizzi, o Silenzi, un altro che se non è incavolato non so chi possa esserlo, abbiano una rabbia positiva da trasmettere ai compagni. Gli stranieri? Possono, debbono diventare dei leader. Mi domandate qual è la virtù di questa squadra. E come posso dirlo adesso? La scopriremo strada facendo». A proposito di facce nuove, gli arrivi non dovrebbero essere finiti. Calieri aspetta sempre il sì di Manicone, presto annuncerà l'acquisto di Cyprien. Naturalmente il presidente glissa: «Diciamo che abbiamo fatto il 90 per cento di quanto volevamo fare». Il restante 10 giungerà entro fine mese. Claudio Giacchino

Luoghi citati: Falcone, Francia, Italia, Marsiglia, Pelé, Torino