E ora i fatti di A. Car.

E ora i fatti E ora i fatti Bettega e Lippi aspettano igol TORINO. Bettega e Lippi, il primo giorno. Il loro giorno. Hanno un mare di cose in comune, una è però impressionante: la serenità. Non sono degli incendiari, una questione puramente genetica, «guai parlare tanto adesso, la gente vuole risposte dal campo, a fine anno», mormorano insieme. Il vicepresidente liquida il tema Mondiale ammettendo che «si aspettava di più sul piano tecnico generale, mentre i crampi sono figli di troppa tensione e del caldo da orari pazzeschi. Del resto, la macchina organizzativa li prevedeva così, e tutto è stato accettato a suo tempo. Comunque, il successo della manifestazione è stato enorme». Davanti all'ex Bobby-gol si apre un'inedita stagione da dirigente, un panorama bellissimo. Ammette di aspettarsi «una squadra protagonista ovunque e sempre. Non ho mai conosciuto una Juve con ambizioni a scartamento ridotto, si parte anche stavolta per vincere. Però guardate Sacchi, era salito sul charter per gli Usa con l'idea del successo. Ed è arrivato secondo. I nostri tifosi aspettano da 8 anni lo scudetto, cercheremo di accontentarli lottando fino in fondo. Non vedrete una squadra scialba, lo giuro». Poi difende Baggiol dalle accuse di aver sbagliato il rigore decisivo: «Non era decisivo e comunque doveva succedere che una squadra piangesse e l'altra saltasse dalla gioia. I nostri hanno combattuto, Sacchi sapeva di avere problemi e si è adattato». Lippi è nuovo dell'ambiente e pare un bambino al primo giorno di scuola. Vede una meraviglia dietro l'altra ed è l'entusiasmo fatto persona. Distribuisce buffetti a tutti («innanzitutto voglio costruire un gruppo sereno e autentico»), un monito a se stesso («sono arrivato fino alla Juve, un'esperienza prestigiosa, devo esserne degno»), un pensiero a Robi Baggio («gli parlerò per telefono, decideremo il suo rientro nel gruppo. E' unico al mondo, servirà moltissimo a tutti noi»), una spiegazione a Vialli & Baggio («nelle grandi squadre ci sono anche 23 leader, però non si devono caricare di eccessive responsabilità. Robi ha trascinato la Nazionale. In quanto a Gianluca, voglio rivederlo come a fine stagione, caricato al massimo»), un'anticipazione ai giornalisti («niente rigore tattico, ma elasticità, una Juve camaleonte che si adatti a tutti e tutto. Il fattore tattico non è alla base del calcio, conta di più la concretezza») e un saluto ai nuovi («tutti bravissimi, ve ne accorgerete presto»). Infine, un abbraccio ideale a Fortunato («l'ho visto caricato, lo chiamerò spesso dalla Svizzera») e una caramella speciale ancora per Vialli («il suo recupero è equiparabile a quello che farebbe il Milan se riavesse Van Basten»). [a. car.]

Luoghi citati: Robi Baggio, Svizzera, Torino, Usa